A cura di Salvatore Borghero Rodin

     

 

 
 

A cura di Salvatore Borghero Rodin - Racconto a puntate sui principali eventi che hanno dato vita alla grande storia di Carloforte e dell'Isola di San Pietro

Indice generale della rubrica "La grande Storia di Carloforte"

 

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Monumenti antichi dell’Isola di San Pietro

Quinta e ultima parte

 

Nell’Ottobre 2003, lo scrivente, grazie al dottor Alberto Marcia, conosce l’archeologa Emanuela Atzeni, con la quale cominciano una serie di incontri e di collaborazione, anche con l’associazione di cui fa parte, e, con il contributo di alcuni amici, anch’essi appassionati di storia di Carloforte, principalmente i signori Giorgio Ferraro Batantièr, Enzo Cabula e l’assessore alla cultura del comune di Carloforte Elena Castano Luz, si recano varie volte nell’isola.
Devo alla cortesia della dottoressa Atzeni quanto segue:

 

 ArcheoIngegno

Associazione archeologica e ingegneristica finalizzata allo studio,
recupero e rivalutazione turistica del territorio

Il censimento effettuato su indicazione di un gruppo di studiosi locali tra il 16 novembre 2003 e il 24 aprile 2004 dall’associazione Archeoingegno, dal titolo

Monumenti nuragici in territorio di Carloforte

ha individuato, in via preliminare, quattro nuraghi: Laveria, Papassina, Bricco del Polpo, Lille.

Lo studio è stato oggetto di un convegno

“L’Isola di San Pietro dalla preistoria alla storia”

svoltosi il 24-04-2004 grazie alla collaborazione di numerosi studiosi e del Comune di Carloforte, in cui l’associazione ha presentato le indagini preliminari sui monumenti nuragici in territorio di Carloforte.

Si tratta di nuraghi ubicati in posizione dominante, per lo più sulla sommità di colline, in collegamento visivo tra loro, a controllo di vie d’accesso naturale, caratterizzati dalla presenza di estesi crolli o interrati, e coperti da una fitta vegetazione di tipo mediterraneo.

Tutti questi elementi, al momento, non permettono di delinearne, se non parzialmente, gli schemi planimetrici.

L’opera muraria è costituita da blocchi di trachite di grandi e medie dimensioni, appena sbozzati o squadrati, disposti in filari orizzontali o in opera poligonale.

Le prospezioni di superficie hanno permesso la raccolta di sporadici elementi di cultura materiale.

Pertanto dalle indagini preliminari condotte si evince che:

  • le emergenze archeologiche sono disposte nel territorio preferibilmente sulla sommità di colline;
  • i monumenti sono in collegamento visivo tra di loro e dominano su estese piane coltivate, stanno a controllo delle vie d’accesso naturale, del mare o delle saline;
  • i nuraghi sono per lo più a pianta complessa, ma al momento di difficile lettura, a causa degli estesi crolli e della fitta vegetazione che li ricopre.

In assenza di esplorazioni territoriali approfondite, le emergenze archeologiche presenti andrebbero lette correlate non solo fra loro, ma anche con quelle già note nell’areale del Sulcis-Iglesiente.

Tra le rovine, anche questa semplice indagine di superficie, ha individuato alcune delle presenze nuragiche che, nonostante, per ora, sfuggano e non possano essere collocate in un esatto momento cronologico della civiltà nuragica, non lasciano dubbi circa la loro importanza.

Pertanto, è necessario, che a questa prima fase di prospezione, faccia seguito un censimento, un accurato rilievo e uno scavo sistematico di uno dei monumenti, che possa chiarire e documentare con evidenza stratigrafica la preistoria dell’isola di S. Pietro, un’isola nell’Isola, ma con legami indissolubili con il resto del territorio del Sulcis.

 

 
Nuraghe Laveria visto da Sud-Est

 

 
Particolari del Nuraghe Papassina

 

 
Particolari del Nuraghe Papassina

 

 
Particolare filari Nuragici Bricco del Polpo

 

 
Particolare lato Sud-Ovest Bricco del Polpo

 

 
Particolare Nuraghe Lille

 

Concludendo questa narrazione sui monumenti antichi dell’Isola di San Pietro, tengo a precisare che attualmente (dicembre 2004) non è possibile andare avanti negli studi per mancanza di fondi. (Il problema sono sempre i soldi!)

Resto tuttavia fiducioso che un domani qualche persona, politica o privata che sia, si interessi seriamente a questo enorme patrimonio che abbiamo e che non possiamo sfruttare nella maniera più adeguata.

Salvatore Borghero Rodin

FINE!

Fine quinta e ultima parte

 

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