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Comunicato stampa del 7 giugno 2001
per consegna petizione

Petizione per la tutela del Canale e dell’Isola di San Pietro

3000 firme già raccolte per la costituzione dell’Area di Protezione Ambientale del Canale e dell’Isola di San Pietro.

San Pietro, una delle Isole minori italiane, a sud ovest della Sardegna, nell’arcipelago del Sulcis, rappresenta l’estremo lembo occidentale dell’Italia in pieno Mediterraneo. Più o meno sullo stesso parallelo delle più note Isole Baleari, costituisce un punto di riferimento, con il Faro di Capo Sandalo, per le navi che dallo stretto di Gibilterra, entrano in Mediterraneo e si dirigono verso Oriente.

Per altro verso, è interessata da una particolare migrazione sottomarina:
I grandi tonni della pregiatissima specie “tunnus tynnus” (tonno di corsa), giovandosi da tempo immemorabile di una forte corrente di ingressione, dall’Atlantico si immettono nel flusso di questo straordinario tapis roulant subacqueo e raddoppiando la loro velocità vengono a riprodursi una volta all’anno, nel mese di maggio, proprio in queste acque.

Ma anche in cielo esistono altri fedelissimi dell’Isola:
I rari “Falchi della Regina” una specie di falco “sociale” per il particolare sistema di caccia e di difesa, che popola in estate, proveniente dal Madagascar, sito di svernamento, le falesie dei lati nord e ponente. Sull’Isola avviene quindi la posa delle uova e la nascita dei “pulli” che si involeranno con gli adulti nuovamente verso l’Africa sul finire dell’estate.

A terra l’uomo ha lasciato tracce fin da tempi lontani:
Dai Punici, siamo nella metà dell’VIII° sec. A. C., che ne fecero sede del culto di Baalshamen, ai Romani, a San Pietro, che vi avrebbe fatto naufragio navigando verso Roma… da qui il nome dell’Isola.

Più vicino a noi, la storia recente inizia con la colonizzazione nel 1738 da parte di un gruppo di gente ligure che, giurata fedeltà al Re di Sardegna di allora, Carlo Emanuele,  chiamò la cittadina, in suo onore, Carloforte.

Da allora i Carlofortini nel rispetto delle più tipiche tradizioni di Liguria e Sardegna, lavoro, parsimonia, amore per la propria terra, hanno reso l’Isola di San Pietro l’Isola Verde dell’Arcipelago del Sulcis.

Natura, storia, colonizzazione e sviluppo, realizzati nel rispetto della natura: queste le componenti di un mix che rende San Pietro unica nel suo genere, un’Isola nell’Isola!

È questo il patrimonio naturale esclusivo che intende proteggere la "Petizione per la Tutela del Canale e dell’Isola di San Pietro!"

La raccolta di firme promossa da una comunità di navigatori “internet” veri amanti dell’Isola, ha raggiunto in soli 6 mesi 3000 adesioni.

L’obiettivo è importante:
Sensibilizzare le Istituzioni interessate Sindaco, Presidente della Regione, Governo affinché il Canale e l’Isola di San Pietro siano dichiarati Area Naturale Protetta.

Motivo determinante dell’iniziativa è stato l’affondamento nell’ottobre 2000 di un cargo russo con 14.000 tonnellate di carbone e 50 tonnellate di gasolio al largo della costa nord dell’Isola.

Dopo gli scontati commenti di rammarico non molto è stato fatto:
Il relitto della nave al momento è stato parzialmente recuperato; il carico, fortunatamente poco inquinante sotto il profilo chimico, è ancora disperso sul fondale; l’aspetto più preoccupante è che non sono state pianificate iniziative concrete a livello locale per prevenire eventi simili.

Quindi oltre la richiesta di intervento immediato per la completa rimozione del carbone sversato su un fondale di posidonia (la pianta oceanica che garantisce l’ossigenazione del mare) viene riconfermata l’esigenza dell’adozione di una normativa specifica di  tutela dell’Area e di organismi locali di proposta e controllo degli interventi necessari.

In questa direzione va la richiesta della costituzione di una “task force” di esperti di elevato profilo professionale che proponga le linee guida per il piano ambientale e le linee di sviluppo sostenibile dell’Area; altra opportunità è data dalla disponibilità, manifestata nel corso della raccolta delle firme per la Petizione, di Associazioni e privati ad operare gratuitamente, con le modalità del volontariato, al servizio degli Enti pubblici per finalità di tutela ambientale dell’Area, con attività di monitoraggio, pulizia, etc.

La petizione, considerando la particolare conformazione del Canale di San Pietro che ne fa una eccezionale zona di riproduzione delle specie ittiche dei mari sardi, potremmo dire “l’Acquario del Sulcis”, chiede che sia proibita al suo interno la navigazione delle navi trasporto merci e la pesca professionale (intendendosi per tale la pesca intensiva in tutte le sue forme; forti restrizioni potrebbero invece essere previste per dilettanti e sub).

Altro punto nodale, l’adozione di una normativa per lo sviluppo eco-compatibile del polo di Portovesme, essendo il controllo delle emissioni del complesso, condizione necessaria per l’efficacia del sistema di protezione dell’Isola di San Pietro.

Da "navigatori"  determinati a raggiungere la meta, al nostro comitato si è unita la C.I.A.O., l’Associazione Commercianti, Imprenditori, Artigiani, Operatori di Carloforte,  che nel corso della "Sagra del Tonno" ha raccolto numerose firme di adesione tra i diretti interessati: i 7000 abitanti di Carloforte.

Scopo comune, la presentazione al Sindaco, nel corso delle celebrazioni per la ricorrenza di San Pietro, il 29 giugno, del risultato del loro impegno per l’Isola!

È suggestivo pensare che ai grandi spazi del mare di San Pietro si sono in parte sostituiti i grandi spazi di libertà della rete delle reti!

Proteggere l’Isola di San Pietro e il suo straordinario patrimonio naturale arricchisce un po’ di più, a ben vedere, la libertà di noi tutti!

A nome del comitato per la “Petizione per la tutela del Canale e dell’Isola di San Pietro”

Giancarlo Canavera


Per inviare una e-mail al comitato della
“Petizione per la tutela del Canale e dell’Isola di S. Pietro”
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Dal 06.09.2001

 
       

 

 

 

   

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