A cura di Salvatore Borghero Rodin

     

 

 
 

A cura di Salvatore Borghero Rodin - Racconto a puntate sui principali eventi che hanno dato vita alla grande storia di Carloforte e dell'Isola di San Pietro

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La tragedia del Fusina

Settima parte

Rassegna stampa nazionale

Articolo 12

IL LAVORO
mercoledì 21 gennaio 1970

CONTINUANO LE RICERCHE NELLE ACQUE SARDE

Il naufragio della «Fusina» recuperate altre tre salme.
Avvistate barche e salvagente - Nessun segno di vita - Un documento dei Sindacati sui pericoli dei naviganti e un’interrogazione dell’on. Machiavelli

Cagliari, 20 gennaio

Sono ricominciate, alle prime luci dell’alba, le ricerche degli altri quattordici uomini dell’equipaggio della «Fusina» dispersi.

Alle fregate «Altair» e «Andromeda» si è aggiunta la corvetta «Scimitarra» proveniente dalla Sicilia e fatta dirottare dal comando di Marisardegna nelle acque in cui è avvenuto il naufragio.

Mentre le unità più grandi incrociano al largo, il rimorchiatore «Atleta» e le due motovedette della capitaneria di porto di Cagliari e della guardia di finanza, perlustrano le acque in prossimità delle coste dell’isola di San Pietro.

IL corpo di un altro marinaio della «Fusina» è stato trovato poco dopo mezzogiorno a tre miglia da Capo Sperone, a Sud dell’isola di San Pietro, dalla motovedetta della guardia di finanza di Cagliari.

Nella zona circolano forti correnti e non è da escludere quindi che i corpi dei naufraghi dispersi possano essere stati trascinati in quello specchio d’acqua.

Il corpo di un altro marinaio della «Fusina» è stato ripescato poi presso «La Caletta» tra punta Spalmatore e punta Cannone, vicino all’isola di San Pietro.

La fregata «Altair» ha recuperato un altro corpo - il settimo - a due miglia e mezzo a nord est dell’isoletta del Toro, nella zona meridionale dell’isola di Carloforte.

Il corpo è di un uomo dalla apparente età di 55 anni, alto un metro e 65 centimetri; indossa pantaloni scuri e una maglietta di colore rosso acceso e porta all’anulare sinistro una vera nuziale.

La salma, come le altre due ripescate oggi, non è stata ancora identificata.

I corpi dei tre naufraghi, sbarcati in serata a Carloforte, sono stati composti nella camera ardente del cimitero.

Nel pomeriggio si è recato a Carloforte il sottosegretario alla Marina Mercantile sen. Salvatore Mannironi per seguire da vicino le operazioni di ricerca dei naufraghi.

Insieme con il sottosegretario era un ispettore del Ministero incaricato dall’on. Vittorino Colombo di condurre un’inchiesta sull’affondamento del mercantile.

Le organizzazioni sindacali dei marittimi della FILM-CGIL e della FILM-CISL hanno affermato in un comunicato congiunto che il «fatto non può suscitare soltanto sentimenti di cordoglio e di solidarietà nei confronti dei familiari così crudelmente colpiti».

Richiamando l’attenzione del Paese «sugli intollerabili pericoli che gravano sui naviganti per fatti assai precisi», il comunicato afferma che «la morte in mare, nella maggior parte dei casi, deriva dall’inosservanza delle norme sulla sicurezza violata da armatori tesi molto spesso alla ricerca dei più elevati profitti.

L’arretratezza degli impianti di bordo, l’insufficienza numerica degli equipaggi, il ricorso ad estenuanti orari di lavoro, l’affrettata sistemazione del carico, la carenza di attrezzature nei centri marittimi - prosegue il comunicato - costituiscono alcune delle cause dei disastri in mare.

La FILM-CGIL e la FILM-CISL ritengono che il miglior modo di rendere omaggio alla scomparsa dei marittimi del «Fusina» sia quello di organizzare una grande campagna che scuota l’intera nazione affinché sia garantita la vita dei marittimi imbarcati.

I Sindacati hanno chiesto una pronta e severa inchiesta del Ministero della Marina Mercantile sui fatti del «Fusina».

L’on. Machiavelli ha rivolto questa sera una interrogazione ai ministri della marina mercantile e della difesa per sapere se non ritengano di rivedere prontamente la organizzazione di avvistamento e segnalazione a terra per i naviganti, dotando le attuali strutture - spesso antiquate - di attrezzature moderne e aumentandone, ove nel caso, anche il numero e ubicandole in modo tale da rendere efficiente il servizio le cui deficienze appaiono evidenti dopo la gravissima sciagura della motonave «Fusina».

Continua...

Fine settima parte - Articolo 12

 

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