| 
			Cagliari, febbraio 1970 Una profonda 
			emozione ha destato in tutta l'Isola il drammatico naufragio del 
			mercantile veneziano «Fusina», affondato a poche miglia da 
			Carloforte. Il bilancio delle vittime è gravissimo: 18 morti ed un 
			unico superstite, il cameriere di bordo, Ugo Freguja di 28 anni, 
			abitante a Venezia, che è riuscito a salvarsi dopo una notte 
			trascorsa lottando contro la risacca che lo sbatteva contro gli 
			scogli. L'incidente è 
			avvenuto verso le 22,30 del 16 gennaio ed è stato causato, con molta 
			probabilità, da un improvviso spostamento del carico di minerale che 
			il «Fusina» aveva imbarcato nelle stive. L'affondamento del 
			mercantile veneziano ha riproposto all'opinione pubblica e alle 
			autorità marinare un grave interrogativo sulle condizioni delle 
			stazioni di ascolto radio installate sulle coste sarde. A causa 
			della posizione incassata tra i monti, il principale di questi 
			centri radio, quello di Campo Mannu, non è infatti in grado di 
			ricevere gli S.O.S. che provengono da una vasta fascia di mare sotto 
			le coste orientali e occidentali dell'Isola. Sulla base delle 
			testimonianze rilasciate dal superstite del naufragio, pare infatti 
			che un S.O.S. fosse stato lanciato dall'ufficiale marconista del 
			«Fusina» ai primi segni di pericolo. La nave fu abbandonata dopo 
			un'ora dal suo improvviso coricamento sul fianco e quindi ci fu il 
			tempo di lanciare i segnali di soccorso. Le indagini svolte da un 
			ispettore del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni hanno però 
			dimostrato (dopo esperimenti condotti a bordo di unità della marina) 
			che il punto in cui il «Fusina» è affondato rientra nella 
			cosiddetta «zona d'ombra» del Centro Radio di Campo Mannu. Lanciò 
			quindi il mercantile le chiamate d'aiuto. In tutti i casi il 
			problema delle stazioni costiere resta in piedi nella sua intera 
			gravità. Sono ormai troppo numerosi i casi in cui Campo Mannu non è 
			stato in grado di intercettare messaggi di soccorso, e si impone in 
			maniera urgente la necessità di istituire almeno un altro centro di 
			ascolto nelle coste dell'Isola. nello stesso tempo appare necessario 
			potenziare i mezzi di soccorso marino ed aereo, per far sì che i 
			pericolosi mari sardi non debbano mietere più altre vittime. Le ricerche delle 
			salme dei marittimi periti nel naufragio del «Fusina» hanno dato 
			sinora un modesto risultato: solo otto corpi sono stati ripescati. 
			Per gli altri si sono perse le speranze. La corrente li deve aver 
			trasportati ormai lontanissimo. |