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			Carloforte, 
			26 
			gennaio 1970 La salma di un 
			altro naufrago del «Fusina», il mercantile affondato dieci giorni 
			fa al largo di Capo Sandalo, è stata recuperata stamane su una spiaggetta a 
			«Capo Sperone», non lontano da Sant’Antioco. Il corpo è stato 
			trovato sulla battigia da un pescatore il quale ha subito avvertito 
			i carabinieri. Dopo le 
			constatazioni di legge, il cadavere è stato rimosso e trasportato 
			all’obitorio di Sant’Antioco dove, alla presenza del pretore, Ugo 
			Freguja l’unico superstite della tragedia, assieme ad un 
			rappresentante della società armatrice del «Fusina», lo ha 
			identificato per Giuliano Scienzo, di 25 anni, che era imbarcato 
			come ingrassatore. Le ricerche degli 
			altri sette naufraghi proseguiranno (come si ricorderà, gli 
			scomparsi erano diciotto, ma dieci erano già stati recuperati) anche 
			domani. Sempre in corso 
			sono le operazioni per localizzare lo scafo del mercantile. I due aerei 
			speciali «S2 – F1» giunti espressamente da Catania, hanno 
			cominciato stamane le ricerche. Con le speciali 
			apparecchiature elettroniche, di cui sono dotati, tentano di 
			individuare il punto dove lo scafo si è inabissato. A queste ricerche 
			hanno preso parte oggi, e continueranno ancora domani, le corvette 
			«Andromeda», «Altair» e «Scimitarra». A tarda sera 
			un’altra salma è stata recuperata dalla motocisterna «Darien», 
			battente bandiera libanese, al largo di capo Spartivento. Il corpo appartiene 
			ad un componente l’equipaggio in quanto lo sventurato marinaio aveva 
			ancora indosso il salvagente con la scritta «Fusina». La motocisterna 
			libanese è diretta in Sicilia e, non appena ha proceduto al recupero 
			del cadavere, ha comunicato la notizia alla stazione ricevente di 
			<Circolare» di Augusta dove la nave giungerà domani. |