| Cagliari, 20 
			gennaio 1970 Il mare ha 
			restituito altri tre corpi dei diciotto membri dell’equipaggio della 
			motonave «Fusina» periti nell’affondamento del mercantile venerdì 
			notte al largo della costa nord occidentale dell’isola di San 
			Pietro. Una è quella dell’ufficiale radiotelegrafista Giovanni 
			Nordio di 27 anni, che è stata riconosciuta dall’unico superstite, 
			il cameriere ventottenne Ugo Freguja. Le altre due non sono state 
			ancora identificate. Le salme del Nordio e di uno degli sconosciuti 
			sono state sbarcate a Carloforte e si trovano nell’obitorio del 
			cimitero, mentre la terza è stata trasportata a Cagliari dalla 
			fregata «Altair». La nave da guerra ha attraccato al molo di 
			levante alle 22,15. La salma del marittimo, composta in una bara, è 
			stata trasportata all’istituto di medicina legale dell’università. 
			Anche l’altra fregata la «Andromeda» è rientrata a Cagliari e 
			domani ripartirà per la zona del disastro unitamente alla 
			«Altair», dopo aver fatto rifornimento di carburante e di viveri. 
			La partenza è prevista per le sette. Le ricerche dei 
			naufraghi del mercantile affondato erano riprese stamane all’alba in 
			una vasta zona di mare e lungo le coste dove numerose sono le 
			insenature. Vi hanno partecipato le due fregate della marina 
			militare, la corvetta «Scimitarra», il rimorchiatore «Atleta» e 
			la motovedetta della capitaneria di porto di Cagliari «CP 306» del 
			tipo «Barnett». La zona è stata inoltre perlustrata dall’alto da 
			un aereo del centro di soccorso di Elmas. Le ricerche sono state 
			favorite dalla giornata serena, dal mare calmo e dalla visibilità 
			ottima. Nonostante, a quattro giorni dal naufragio, si nutrono ben 
			poche speranze di trovare in vita qualcuno dei naufraghi, da terra 
			sono state intensificate le ricerche nelle varie insenature e fra le 
			rocce, nell’eventualità, appunto, che qualcuno dei componenti 
			l’equipaggio si trovi privo di sensi tra gli scogli o sulla 
			spiaggia. Le operazioni erano dirette da Marisardegna, dalla 
			Capitaneria di porto, in una vasta zona a circa cinque miglia a nord 
			ovest dell’isola di San Pietro. Sottocosta hanno invece operato il 
			rimorchiatore e la motovedetta. Alla perlustrazione del litorale 
			hanno pure partecipato carabinieri e guardie di finanza, oltre a 
			numerosi volontari. Ieri sera le ricerche da terra avevano portato 
			al rinvenimento di una cassa foderata di velluto verde, facente 
			parte della dotazione di bordo della «Fusina». Alle 10,30 un 
			cadavere, il quinto nell’ordine, è stato recuperato dalla 
			motovedetta «GL 31» della Guardia di Finanza che si era unita agli 
			altri natanti. Poco più tardi l’aereo «Gruman» del centro di 
			soccorso di Elmas ha avvistato alla imboccatura del golfo di Palmas, 
			tra Sant’Antioco e Capo Teulada, una lancia a livello dell’acqua e 
			più in là un salvagente con su scritto «m n Fusina». La lancia è 
			verniciata di bianco all’esterno ed è grigia all’interno. Non porta 
			nessuna scritta per cui non si è certi che appartenesse al 
			mercantile affondato. Altri due cadaveri sono stati recuperati nel 
			primo pomeriggio ed anche essi sono stati sistemati nell’obitorio 
			del cimitero di Carloforte. Il primo è stato 
			avvistato dal panfilo dell’istituto nautico di Cagliari «Capitano 
			Lipari» in una insenatura di punta Cannone ed è stato 
			successivamente recuperato e trasportato a Carloforte da una 
			imbarcazione di proprietà dell’albergo che ha lo stesso nome della 
			zona. Il secondo è stato 
			alle 16,50 dalla fregata «Altair» a due miglia e mezzo a nord est 
			dell’isola del Toro. Non è stato ancora identificato: è il corpo di 
			un uomo sui 55 anni che indossa una maglietta rossa e pantaloni di 
			tela bleu e che porta al dito l’anello nuziale. Mentre si stava per 
			sospendere le ricerche a causa dell’oscurità, è stato avvistato e 
			recuperato un altro cadavere, l’ottavo. E’ stato avvistato 
			sottocosta da una barca di pescatori nella zona di Calavinagra, la 
			stessa dove aveva toccato terra l’unico superstite del naufragio. Le due fregate 
			della marina militare, come si è detto, hanno fatto rientro a 
			Cagliari (la «Altair» con a bordo la salma) e ripartiranno per la 
			zona domattina alle sette. Oggi è intanto 
			giunto a Carloforte il sottosegretario alla Marina Mercantile sen. 
			Salvatore Mannironi, incaricato dal ministro Vittorino Colombo di 
			seguire personalmente tutta la vicenda del «Fusina». Il sen. 
			Mannironi era accompagnato dal comandante la capitaneria del porto 
			di Cagliari, col. Osvaldo Possenti, e dall’ispettore generale del 
			Ministero della marina mercantile dott. Azario, inviato in Sardegna 
			per raccogliere tutti i possibili elementi atti a condurre una 
			rigorosa inchiesta sul naufragio. L’inchiesta sulle 
			circostanze, le modalità e le cause del naufragio, come si sa, è in 
			corso da parte dell’ufficio circondariale marittimo di Carloforte. Parallelamente 
			viene condotta la seconda inchiesta, quella giudiziaria, diretta dal 
			pretore di Sant’Antioco dott. Antonio Polo. Quella condotta dalle 
			autorità marittime è una indagine sommaria e tende a raccogliere 
			elementi di fatto in ordine all’affondamento della nave ed eventuali 
			dichiarazioni che possano essere utili ai fini dell’indagine. I risultati 
			verranno poi trasmessi alla direzione generale marittima che li 
			valuterà e deciderà l’eventuale inchiesta formale da far condurre ad 
			una apposita commissione. I risultati di quest’ultima verranno 
			infine trasmessi alla magistratura. Nella conduzione 
			dell’inchiesta sommaria il responsabile dell’ufficio circondariale 
			marittimo di Carloforte è da oggi affiancato, per decisione del 
			Ministero della marina mercantile, dall’ispettore generale dott. 
			Antonio Azario e dal comandante la capitaneria del porto di 
			Cagliari. Partecipa 
			all’indagine anche il comandante della capitaneria di porto di 
			Sant’Antioco. Il primo atto 
			dell’istruttoria sommaria è stato compiuto questa mattina, quando 
			l’unico superstite del naufragio, Ugo Freguja, accompagnato dal cap. 
			Santarella si è recato, insieme al contadino Antioco Grosso, che per 
			primo aveva soccorso il naufrago, nella zona dove sabato mattina 
			aveva toccato terra. Subito dopo l’individuazione del luogo, Ugo 
			Freguja è stato ascoltato a verbale circa il dramma vissuto dal 
			«Fusina» ed ha risposto alle domande che gli sono state poste su 
			alcuni particolari tecnici. L’inchiesta 
			sommaria tende anche a stabilire e chiarire un punto fondamentale di 
			questa tragedia: la mancata ricezione del segnale di soccorso da 
			parte delle numerose radio costiere e delle navi in rotta nel 
			Mediterraneo. Accertamenti fatti presso i centri radio di Cagliari, 
			Palermo, Civitavecchia, Malta, Tunisi, Marsiglia ed Algeri hanno 
			dato esito negativo: nessuno venerdì sera ha udito l’«SOS» che, 
			secondo Ugo Freguja, è stato lanciato per due volte. E’ questo, a 
			giudizio del direttore della stazione radio di Campumannu, un fatto 
			del tutto singolare. Di solito – ha 
			precisato – gli «SOS» vengono lanciati per radiotelegrafia, ed 
			hanno la possibilità di essere intercettati, rispetto a quelli 
			lanciati per radiotelefonia, con un rapporto di cinque a uno. 
			Pertanto, occorre dare una spiegazione al fatto che gli «SOS» non 
			sono stati captati. Se poi – ha detto ancora- i segnali sono stati 
			lanciati per radiotelefonia, è probabile che la stazione di 
			Campumannu non li abbia intercettati a causa dei coni d’ombra che 
			fanno da schermo alla stazione stessa e che sono dislocati nella 
			zona sud occidentale della Sardegna e precisamente nel Sulcis per 
			via delle numerose miniere. E’ improbabile però – sempre a giudizio 
			del direttore della stazione radio di Campumannu – che tali segnali 
			non siano stati ricevuti dalle altre stazioni e dalle navi. Tuttavia 
			– ha concluso - voglio ricordare che la scorsa settimana la stazione 
			di Campumannu ha intercettato benissimo, il segnale di soccorso 
			della «Esso Cardiff», la petroliera a bordo della quale si era 
			sviluppato un incendio, che in quel momento navigava nella stessa 
			zona in cui è affondato il «Fusina». Questa sera a 
			Carloforte, dove il sindaco ha proclamato il lutto cittadino, si è 
			svolto un rito funebre in suffragio delle vittime del naufragio. Vi hanno preso 
			parte anche alcuni parenti delle vittime, che erano giunti questa 
			mattina. C’erano fra gli 
			altri Sergio Catena, fratello del comandante del mercantile, Marco 
			Doria , fratello del primo ufficiale, ed il fratello del direttore 
			di macchina Sergio Renier. |