| Di certo si sa che la 
			chiesetta venne costruita, su un preesistente tempio pagano, con 
			pietre di trachite locale. 
			La chiesetta sorge su 
			un’altura, in località Pozzino, tra la via Corvetto e via del Pozzo 
			Grande e rimane ancora oggi in periferia rispetto al centro abitato. Riedificata nel 
			1742 da Agostino Tagliafico che donò anche la campana (tutt’ora la 
			più antica di Carloforte) con la scritta incisa: 
			"F. A. Tagliafico in 
			onore di San Pietro. 1742". Restaurata ed 
			ingrandita di tre terzi nel 1796 dai suoi eredi della famiglia 
			Porcile, (in particolare da Don Antonio Porcile) venne aperta al 
			culto il 14 novembre dello stesso anno. Venuta a mancare la 
			famiglia Porcile, col tempo la chiesa iniziò a decadere sia 
			d’importanza, perché tutte le funzioni religiose si svolgevano ormai 
			nella chiesa parrocchiale, sia nella struttura muraria. Per più di un 
			secolo la piccola chiesa venne considerata come un luogo da 
			utilizzare solamente in caso di necessità; ciò lo conferma la 
			concessione del Vicario Capitolare alla richiesta della civica 
			amministrazione, nell'agosto 1884 dove affermava che la chiesetta 
			doveva essere utilizzata qualora avvenisse a Carloforte qualche 
			forma di colera per proteggersi da questa mortale malattia. Nel maggio 1928 
			Donna Limbania Porcile, discendente del ramo di Don Agostino, al 
			fine di onorare la memoria dei di lei antenati, ivi sepolti, fece 
			costruire a sue spese il pavimento in piastrelle di cemento e le 
			gradinate in marmo. Inoltre faceva 
			riportare su marmo l’iscrizione che prima si leggeva su una tavola 
			di legno e dedicata al sacerdote Andrea Porcile. Questa lapide si 
			trova a destra di chi entra. 
				Ed eccone la 
				traduzione: 
              
              
                
                  |  |  
                  | A DIO OTTIMO 
					MASSIMO AD ANDREA
 FIGLIO DI GIOVANNI PORCILE
 CONTE DI SANT’ANTIOCO
 PRIMO TRA I SACERDOTI CAROLINI
 CARO A TUTTI
 PER BONTA’ INTEGRITA’ E FEDE
 VISSE ANNI 41, DI SACERDOZIO 13
 MORI’ IL 26 NOVEMBRE 1785
 I GENITORI ED I FRATELLI
 LAGRIMANTI
 A LUI CHE BEN LO MERITAVA
 QUESTO RICORDO
 POSERO
 |  
                  |  |  Il 21 maggio, 
			sempre del 1928 , durante l’esecuzione dei lavori del pavimento, 
			vennero alla luce delle tombe. Ad opera ultimata 
			il Parroco don Gabriele Pagani, che diresse i lavori, fece murare 
			una piccola lastra di marmo che ricorda l’atto compiuto da Donna 
			Limbania Porcile. Il 29 giugno dello 
			stesso anno, in occasione della festa di San Pietro, un comitato 
			appositamente creato per l’occasione commemorava il valoroso 
			ammiraglio della Regia Marina Sarda Vittorio Porcile e il 5 luglio 
			fu scoperta la lapide sepolcrale. Questa lapide, che 
			ancora oggi si trova nella chiesetta, sulla sinistra di chi entra, 
			dice: 
              
              
                
                  |  |  
                  | HIC IACET Karolus Vittorius Porcile
 QUI
 joannis patris sui comitis ad Anthioco
 virtutem bellicam
 in barbaros africanos emulatus
 a pubertate annos XLII militams
 navail praelio
 cum elis sesaepe congressus
 victor
 plumiros morte vulneribus subegit
 reliquis
 navigils capits in servitutem coniectis
 gallos item domi novia molientes
 forisque dominium regum attentates
 uti crudeli bello in prepotentem classem
 et peditum copias suscepto
 patrich sui a Karalis
 strenve repulit ab insulis
 sardiniae adiacentibus ad septentionemob eam rem aliaque 
					facinora
 relig. Ordini ss. Mauritii et lazari
 ad scriptus
 et usuque ad dignitatem prefecti militum
 inferioris in regio exsercitum promotus
 portusque Karalis cura tunc eidem commissa
 post biennium adversa valetudine pene confectus domi quievit
 obiit an. MDCCCXV X kal. Decembr
 VIXIT ann. LIX M: ID: IV
 lector
 ut in aeternum quiescat
 precator.
 |  
                  |  |  
				Ed eccone la 
				traduzione: 
              
              
                
                  |  |  
                  | QUI' RIPOSA CARLO VITTORIO PORCILE
 IL QUALE SOLDATO PER 43 ANNI
 EMULANDO IL VALORE DI SUO PADRE GIOVANNI CONTE DI 
					SANT'ANTIOCO
 CONTRO I BARBARESCHI LI AFFRONTO' PIU' VOLTE PER MARE
 E LI VINSE UCCIDENDONE LA MAGGIOR PARTE
 E FACENDO PRIGIONIERI GLI ALTRI DOPO AVERNE CATTURATO LE 
					NAVI
 COSI' PURE CACCIO' VALOROSAMENTE DALLE ISOLE ADIACENTI ALLA 
					SARDEGNA SETTENTRIONALE I FRANCESI I QUALI IN QUEL TEMPO
 DESIDEROSI DI UN NUOVO ORDINE DI COSE NELLA LORO PATRIA
 RIMANEVANO ALL'ESTERO IL POTERE DEI RE COME GIA' IN 
					PRECEDENZA
 LI AVEVANO CACCIATI DA CAGLIARI CON UNA LOTTA IMPARI
 CONTRO UNA FLOTTA SUPERIORE ED UN ESERCITO DI TERRA
 PER QUESTA E PER ALTRE GESTA DI GUERRA VENNE ASCRITTO 
					ALL'ORDINE RELIGIOSO DEI SS. MAURIZIO E LAZZARO
 E PROMOSSO ALLA DIGNITA' DI
 MAGGIORE GENERALE DELL'ESERCITO E DI COMANDANTE DEL PORTO 
					DELLA CITTA' DI CAGLIARI
 DOPO DUE ANNI AFFRANTO DALLA INFERMITA'
 MORI' NELLA SUA PATRIA ALL'ETA' DI 59 ANNI IL 15 NOVEMBRE 
					1815
 LETTORE
 PER LA SUA PACE ETERNA
 PREGA
 I FRATELLI ED I NIPOTI
 A LUI CHE LO MERITAVA
 QUESTO RICORDO
 POSERO
 |  
                  |  |  
                  |  |  
                  |  |  All’interno si 
			conservano, sicuramente, le spoglie di tre fratelli Porcile 
			(Vittorio, Andrea e Agostino), e di Agostino Tagliafico. Nel 1986 durante i lavori di restauro si ebbe la conferma di quanto 
			scrisse il Tagliafico nella sua relazione del 1737, e cioè che la 
			chiesetta era capovolta. Dalla relazione estraggo il seguente "...Si vedono le vestiggia d’un 
			antica Habitazione, et questa fra il Stagno et la Chiesa, qual 
			Chiesa è di palmi dieci nove, in venti Longha, et quatordici in 
			quindici Largha, et quale si sà, che anni trenta circa fa era ancora 
			in piedi, et di Struttura non del tutto Moderna se ben secondo il 
			stile antico habbi la Porta ad Occidente. In questa chiesa vi sono alcune pietre nelle quali si leggono 
			inscrizioni in lettera gottica et queste si dovranno copiare 
			fedelmente. Intorno alla medesima vi sono quantità di piante d’olive selvatiche 
			ed al piede si vede esservi stato un giardino nel piano cinto di 
			muraglia essendo per longhezza di 40 passi...". Purtroppo delle iscrizioni in lettera gotica di cui fa cenno a tutt’oggi 
			non si è trovata la benché minima traccia! La parte che adesso è a Est era ad Occidente; e l’altare si trovava 
			vicino all’attuale ingresso. Furono trovati dei blocchi di pietra non locale e parzialmente 
			lavorati; una piccola costruzione circolare; e dalla demolizione dei 
			vecchi intonaci fu salvato, parzialmente, un affresco raffigurante 
			un ruscello con un ponte ed un castello. Questo affresco tutt’ora non è stato oggetto di studio e si trova in 
			cattive condizioni di conservazione. Tutto questo fa pensare che in epoca antica vi sorgesse un tempio 
			pagano. In seguito a questi ritrovamenti venne realizzato un solaio 
			sopraelevato rispetto al livello originario del pavimento, in modo 
			da permettere, in futuro, interventi su quanto ritrovato nel 
			sottosuolo. Terminati i lavori nel 1987, venne riaperta al culto il 28 giugno, 
			ed ora è sotto la giurisdizione della chiesa di San Pietro, secondo 
			quanto afferma il Libro Sacro, volume II, dell'archivio della 
			Parrocchia di San Pietro Apostolo Carloforte. E’ monumento nazionale, sotto la tutela della Soprintendenza per i 
			Beni Ambientali Architettonici Artistici e Storici delle Province di 
			Cagliari e Oristano. Attualmente viene aperta al pubblico in poche occasioni come per 
			esempio per la festività di San Pietro o per altre ricorrenze. |