Le vostre opere scrittorie sulla stupenda Isola di San Pietro e la sua pittoresca Carloforte

     

 

 
 

La rubrica che da vita e colore ai vostri pensieri

Le vostre opere scrittorie sulla stupenda Isola di San Pietro e la sua pittoresca Carloforte

   

Andarsene o restare...

di Maurizio Vallebona

 

Sarà già passato qualche giorno all’uscita di queste righe dal giorno del terribile incidente dello shuttle Columbia.

Che triste emozione!

Quella scia bianca lunghissima, in quel cielo incredibilmente azzurro, ha svegliato ancora una volta dentro al cuore di milioni di uomini il bambino seduto nell’angolo intimorito dall’idea di avere rotto il giocattolo nuovo appena ricevuto.

Così, ancora un’altra volta, gli uomini che hanno i piedi saldamenti ancorati a terra, potranno dire a quelli che hanno il cuore tra le stelle la fatidica frase:

“Se l’uomo fosse nato per volare, avrebbe le ali...”

È cosi da secoli. Fa parte della storia dell’uomo.

Ci sono uomini che sognano paesi oltre le montagne e gli oceani, e uomini che non guardano al di la della siepe di rose del loro giardino dietro alla quale vivono, guardando il vicino di casa come un mortale nemico...

Eppure non è che chi resta non sia consapevole della necessità di conoscere e sperimentare che è propria di tutti i progressi dell’uomo e della sua conoscenza.

Così come chi sale su una nave, un aeroplano, o uno shuttle è consapevole dei rischi della sua impresa che proprio perché ha o avrà a che fare con la parte ancora sconosciuta del nostro sapere, per l’appunto non si può prevedere o pianificare del tutto.

Da che parte schierarsi?

Quando Einstein andò in esilio, sul foglio di immigrazione che doveva compilare prima dell’entrata negli Stati Uniti, alla domanda “a che razza appartieni ?” rispose “ a quella umana.”

Bernard Moitessier, grande velista e forse uno dei più grandi pensatori e scrittori di questo
Secolo, scrive nel suo libro “Tamata e l’alleanza” del senso dell’alleanza fra tutti gli uomini e della sua evidente mancanza in questo secolo.

Forse in piccolo anche noi all’interno delle nostre “piccole” realtà di tutti i giorni non viviamo più il senso del rapporto con gli altri uomini come “alleanza” ma riusciamo proprio in virtù della mancanza di questo a percepire gli altri solo con indifferenza o come potenziale minaccia.

In realtà non ci sono uomini di razze diverse da quella umana.
Ci sono uomini più o meno colorati o con diverse abitudini e stili di vita, ma all’interno di tutte queste razze troverete sempre riprodotte le categorie che sono tipiche della razza umana.

Sono i sognatori che portando sulle spalle il fardello della realizzazione del sogno dell’uomo ci rendono tutti, attraverso il sogno, testimoni muti ma consapevoli dell’alleanza dell’uomo.

I vichinghi, che hanno raggiunto l’America molto prima di Cristoforo Colombo e forse già molto dopo i navigatori egiziani.
Marco Polo e gli antichi navigatori Polinesiani che colonizzarono l’isola di Pasqua.
I temerari fratelli Wright con un biplano e Nobile con un Dirigibile, fino agli equipaggi del Columbia e del Challenger e al primo uomo su Marte.

Tutti uomini di culture e di tempi diversi appartenenti alla stessa stirpe di sognatori.

Io credo che il motivo per cui noi ci siamo iscritti alla Mailing List “Carlofortini nel mondo” e per cui sfogliamo, all’ombra della comune passione, le pagine del sito www.isoladisanpietro.org, è perché in questo piccolo luogo irreale, in questa “Isola che non c’è” (per parafrasare Bennato) i nostri sogni si realizzano, o perlomeno riscaldano i nostri cuori.

In questo luogo in cui ci spostiamo “da Pegli e Tabarka, da Carloforte al Web” il nostro senso della “alleanza” di cui sognava Moitessier per qualche incomprensibile ragione si realizza.

E tutti ci ritroviamo, seppure diversi, meno soli e più consci di appartenere a qualcosa, grazie al quale, non mi vergogno di dirlo, il sogno di un visionario sognatore che si chiama “Sulla rotta degli Avi” si trasforma, cambia e diventa il sogno di tanti.

E adesso eccoci qua con il nostro sogno, da curare, amare e gestire con infinita passione.
Trasformati, magari solo per poco, da gente che resta a navigatori pronti a salpare l’ancora di una nave.

Diceva Kipling:

"Vi sono solamente due tipi di individui: quelli che stanno a casa e quelli che non ci stanno".

Io ci ho messo degli anni a capirlo, ma adesso lo so.


 

 

 

 


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Dal 06.09.2001

 
       

 

 

 

   

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