Vivi l'allegria della manifestazione carnevalesca di Carloforte

         
 

Ritorna all'indice generale del "Carnevale 2006 a Carloforte"

   
UN COMMENTO SUL CARNEVALE

 

 

 

 

CI SIAMO RIPRESI IL CARNEVALE

di Andrea Luxoro

Quello che è accaduto nell’ultima settimana di febbraio 2006 a Carloforte ha assunto i toni dell’epopea.

Ad opera di un comitato spontaneo “Riprendiamoci il Carnevale”, nel quale i commercianti carlofortini hanno avuto il ruolo di protagonisti, si sono rivissuti i fasti del tradizionale carnevale isolano.

Sembrava ormai impossibile poter rivivere le atmosfere dei racconti sul carnevale del passato; sembrava che quel modo di divertirsi, di festeggiare, di svagarsi appartenesse al malinconico album dei ricordi in bianco e nero: invece i fatti hanno smentito le impressioni e il re di Carloforte, Carlevò, è tornato sul suo trono, despota più che mai, nell’annunciare giornate di puro divertimento cui tutti hanno dovuto ed hanno voluto partecipare.

Gli sfumati colori delle immagini color seppia, hanno ripreso colore, si sono animate, hanno assunto voce, quella tipica voce in falsetto delle maschere nostrane.

Il fermento è cominciato circa un mesetto fa, quando fra una riunione e l’altra si andava definendo un programma veramente interessante, soprattutto in relazione all’ultima edizione fantasma del carnevale 2005.

Alla notizia della sfilata del giovedì grasso, una vera ciurma di mamme incassìe partono per Cagliari a comprare i tessuti per i costumi dei bambini. Motocicli, motocarri e vespe sono ben addobbati per l’occasione e la sfilata parte nel primo pomeriggio di giovedì, fra ali di folla.

Fu solo l’inizio si potrebbe dire….

Da venerdì a domenica mattina in molte case carlofortine ci si prepara al matrimonio; ma nonostante sia una mascherata l’atmosfera è quella di un vero sposalizio. Si cerca qualsiasi pezzo d’abbagliamento adatto alla cerimonia: giacche, cappelli, pellicce, veli, cravatte e bombette, spezzati e vestiti sgargianti. Càntie e armoi sun in rivulusiun (sottosopra) esce fuori di tutto, l’odore è quello genuino della naftalina e della canfora per annientare i pecétti.

Ci si organizza in veri gruppi e a quanto pare qualche famiglia organizza un viaggiu de int’America, per partecipe alle nozze.

La domenica mattina girando per le vie del paese è facile incontrare persone affrettate con pacco di paste in una mano e borsone stracolmo nell’altra.
Partono?
No! Vanno solamente a prepararsi per il pomeriggio.

Il tempo non è dei migliori, minaccia pioggia, la frase più comune: sperémmu ch’u l’aréze (speriamo che regga il tempo)

Nel primo pomeriggio d’improvviso dai vicoli cominciano a spuntare strani personaggi, uomini e donne, tutti agghindati, e festosi. Piccoli gruppi di invitati con i piedi già doloranti per le scarpe “nuove”, escono dalle case e nell’incontrarsi danno vita a vere e proprie scenette teatrali: era da tempo che si attendeva che ciò accadesse e le maschere o i sacchetti monotoni nell’espressione fissa trapelano vivida soddisfazione dagli occhi di chi sta sotto.

Si avviano velocemente i punti d’incontro: d’a Purtetta per i parenti della sposa e d’a Cruxe du Gallu per quelli dello sposo.

Per chi ha potuto osservare salita Santa Cristina verso le tre e mezzo del pomeriggio non ha potuto che sorprendersi: circa duecento maschere attendono la sposa. Han tiàu u sciabeghéllu grida qualcuno, la scena è veramente esilarante.

Stesso quadro alle Casinee dallo sposo.

La cronaca di quanto segue rientra nei canoni delle tradizionali nozze locali, sotto l’incessante minaccia della pioggia: i singoli cortei degli sposi, l’incontro, l’unico corteo, la celebrazione delle nozze in piazza Repubblica e la festa in piazza, dove non sono mancati dolci e balli per tutti.

Un'unica nota stonata, temuta da tutti:
un leggero baixin noiusu (pioggerellina noiosa), che sembrava dire nu ingüsteveghe tróppu che ghe n’è ancun (non appassionatevi troppo che ce n’è ancora) ha costretto una rimpatriata in anticipo delle maschere.

Ed in effetti non finisce qui… avrebbe detto un noto presentatore.
Un lunedì piovoso sembra non promettere nulla di buono, ma il Carnevale ha deciso che la festa sarebbe stata completa. Infatti, il Martedì , l’ùrtimu giurnu de Carlevò, l’atmosfera è quella della domenica precedente, cambiano solo i colori, il nero predomina: émmu da purtò via u Carlevò (dobbiamo fare il funerale del carnevale).

Il Carnevale, regale sul suo trono esce dal Cavallera ed una lunga fila di maschere in nero lo seguono invitate dagli alti prelati all’esternazione del loro dolore.

Il corteo attraversa tutto il paese ed il lamento delle maschere fa aprire tutte le imposte e le porte di casa: eccolo è lui, è qui la causa dello spasso di questi giorni, ma il suo tempo è finito, andiamo a buttarlo a mare, la vita deve riprendere i suoi ritmi abituali.

Il “mesto corteo”, che di triste ha veramente poco, si avvicina al lungomare sale sulla banchina e si ferma per un ultimo saluto del popolo della maschere al loro sovrano.
Benedizione del vescovo commiato delle consorelle e delle maschere ed il coro sale prima indistinto per diventare in pochi istanti corale:

Carlevò, Carlevò ghe ne daiemu ‘na bótta ‘n mò…

Il Carnevale sembra sogghignare:
Buttatemi pure a mare, tanto sono tornato e vi ho fregato nuovamente tutti.

Poi si fa serio e pensa:
Ma in otru’annu cumme all’aniò?

Qualcuno risponde:
In otru annu mégiu.

Il re è a mare. La festa è finita? No, vanno tutti a ballare per esorcizzare per l’ultima volta, per questo Carnevale, la routine del quotidiano.

Nei giorni successivi i commenti entusiastici non si contano, qualcuno, è d’obbligo, fa degli appunti, su ciò che sembra non abbia funzionato.

Una sola nota accomuna tutti:
Nn malcelato sorriso trapela la vivida soddisfazione per un’impresa che sembrava impossibile, in tutti è viva la sensazione:
 

  CI SIAMO RIPRESI CARNEVALE! 

[Torna ad inizio pagina]

Per scrivere alla redazione della rubrica "Carnevale a Carloforte" clicca qui sotto

 
     

Dal 06.09.2001

 
       

 

 

 

   

Inviare al Webmaster una e-mail con domande o commenti su questo sito web