Eventi di attualità di ieri e di oggi su Carloforte e l'Isola di San Pietro

INDICE PUC

   
Carloforte, giovedì 06 novembre 2003
 Approvato il Piano urbanistico - Carloforte dopo 30 anni ha il suo PUC
Carloforte Dopo trent’anni Carloforte ha il suo Piano Urbanistico. Il Puc è stato approvato poco dopo le 21: dodici i voti a favore e quattro i contrari. In Consiglio sono volate parole grosse. La discussione è entrata nel vivo quando i consiglieri comunali di opposizione dell’Udc hanno presentato sei mozioni da votare in aula che portavano all’annullamento di altrettante aree riqualificate nel nuovo Puc. Hanno lamentato l’incoerenza del piano urbanistico con le normative regionali e l’improvviso cambiamento degli indici di edificabilità con la possibilità di portare alla nascita di nuovi edifici, mentre in passato c’erano state dure battaglie anche da parte degli ambientalisti per preservare la zona. Durante la discussione non sono mancate le offese reciproche ma la maggioranza, come era prevedibile, ha mostrato una grande compattezza, rigettando tutte le richieste dell’opposizione all’unanimità.

Carloforte, giovedì 06 novembre 2003
 Tra cemento e verde - Un PUC da un milione di metri cubi
Carloforte «Il più importante piano urbanistico della Sardegna dopo quello della Costa Smeralda». Bisogna capirlo il Sindaco di Carloforte quando dice queste cose. Da circa 30 anni i carlofortini attendevano il Puc, le ultime due Giunte comunali sono naufragate miseramente tra gli scogli di zone C e zone H. E lui, oplà, in quindici mesi risolve il problema. Vediamola allora questa meraviglia nota solo a pochi intimi, i consiglieri di maggioranza. Perché l'opposizione ha visto il mega progetto solo venerdì scorso e ieri sera è stata chiamata ad approvarlo.

Come mai, signor Sindaco, tanta riservatezza?
«Intanto certi atti possono essere divulgati solo dopo l'approvazione del Consiglio comunale. Altrimenti si commette un reato».

Anche se si tratta di un Piano regolatore?
«Soprattutto un Piano regolatore. Quanto all'opposizione, l'incarico ai progettisti fu dato dal Sindaco Stefanelli. Quindi le carte le ha avute per due anni Stefanelli, per quattro l'ex Sindaco Biggio e per un anno e mezzo l'ex assessore Rivano. Noi le abbiamo modificate prevedendo una maggiore salvaguardia dell'ambiente, rendendo possibile l'edificabilità nelle zone già compromesse e tutelando l'87,5 per cento del territorio».

Fatto salvo questo diritto alla privacy in salsa carlofortina, ci può illustrare almeno la filosofia del piano?
«Abbiamo voluto credere in uno sviluppo sostenibile che non passasse attraverso i metricubi di cemento, ma salvaguardasse quello che abbiamo. In tutto, si realizzeranno da un milione a un milione e duecentomila metri cubi. In certe zone».

Quali?
«Tecnicamente glielo potrò dire solo stasera alle otto, dopo che avremo deliberato. Comunque abbiamo ampliato la zona urbana».

Qualche dato?
«Dati non gliene posso dare perché non credo ci sia un clima sereno. Anche se molti non hanno capito che, approvando il Puc, ci priviamo di un potere enorme, quello discrezionale di dire sì e no, secondo i casi».

Sindaco, ma in genere fare un piano urbanistico dà un notevole potere.
«Non sono d'accordo, ora ci sono norme certe, ma sino a ieri si procedeva attraverso l'interpretazione di vecchi documenti da parte di ingegneri di vecchia navigazione. E si costruiva comunque».

Favorendo la speculazione?
«Di fatto qui siamo in un regime di abuso edilizio conclamato e scandaloso. Nei prossimi sei mesi daremo corso ad accertamenti e verranno fuori delle belle sorprese».

Lei da quanto tempo è Sindaco?
«Quindici mesi».

E quante volte ha mandato le ruspe a demolire gli abusi?
«Neanche una. Le costruzioni edificate nel ’99 e nel 2000 sono state autodemolite dai proprietari».

Sindaco, senza infrangere il voto di riservatezza, ci può dire che tipo di scelte avete fatto nel Piano?
«Dalla Punta dei cannoni alla Punta dell'isola, la zona nord ovest, sarà tutta un grande parco».

E il resto dell'isola?
«Le aree già abitate, dal Giunco alla Punta di cannone, alla Caletta (zone F) saranno riservate a sviluppo turistico recettivo, alberghiero».

Si sa già dove sorgeranno gli alberghi?
«Lo deciderà il mercato, perché si tratta di aree private. Vorrei però sottolineare che il vecchio concetto di Puc prevedeva 450 mila metricubi edificabili da parte di sole cinque persone. D'ora in poi, invece, avranno la possibilità di costruire circa duemila carlofortini».

Anche nelle zone agricole?
«Sì, ma con indici ancora più severi rispetto al passato».

Ci può dire come si ripartirà il milione di metricubi previsto dal Piano?
«450 mila edificabili in zona F (turistica alberghiera) e 500 mila in zona C, (di completamento urbano) perché il paese ha necessità di aree per servizi. Niente speculazione di palazzinari».

Sono previsti accordi di programma con privati?
«Molti, ma non le posso dire quali».

E cosa nascerà da questi accordi?
«Sono sei e produrranno strutture di servizio pubblico:parchi, musei, centri sociali ecc.».

E per il privato, poverino?
«C'è una parte che soddisfa il rischio imprenditoriale».

L'accordo di programma per il recupero della vecchia laveria cosa prevede?
«Non glielo posso dire».

Faccia uno sforzo.
«È una cosa riservata».

Che sviluppo demografico indica il piano?
«In 25 anni Carloforte arriverà a 8600 abitanti, 2000 in più».

Qual è il suo modello di turismo?
«Un'isola da vivere, respirare e assaggiare. A misura d'uomo».

Bello. Ma non mi faccia andar via senza sapere come si chiama la società con cui farà l'accordo di programma per la laveria.
«Lei lo sa benissimo come si chiama, non giochiamo con le parole».

Eh, che carattere.

Lucio Salis


Carloforte, giovedì 06 novembre 2003
 La polemica
Gli elaborati e le mappe arrivati in aula al termine di un duro scontro con l’opposizione
Carloforte Sono volate parole grosse in Consiglio comunale ieri sera.
E c’era da aspettarselo, visto che si trattava di approvare il Piano urbanistico che la cittadina attende da quasi trent’anni.

E poco prima delle 21 lo strumento urbanistico è stato approvato con dodici voti a favore e quattro contrari. E senza l’espressione di voto di un consigliere dell’opposizione, Gabriele Pomata, uscito dall’aula al momento della votazione.

Il clima si è mantenuto teso a lungo, alla presenza di tanto pubblico stipato nella sala consigliare del Municipio per assistere alla seduta. All’ordine del giorno, oltre al Puc c’erano altri due punti che sono stati liquidati rapidamente.

La discussione è entrata nel vivo quando i consiglieri comunali di opposizione dell’Udc, Sergio Rivano, Agostino Stefanelli e Salvatore Puggioni hanno presentato sei mozioni da votare in aula che portavano all’annullamento di altrettante aree riqualificate nel nuovo Puc.

Al primo punto, la zona del Macchione, conosciuta come Laveria, dove si trova un complesso industriale dell’Ammi abbandonato dalla seconda guerra mondiale. L’opposizione ha lamentato l’incoerenza del Piano urbanistico con le normative regionali e l’improvviso cambiamento degli indici di edificabilità con la possibilità di portare alla nascita di nuovi edifici mentre, in passato, c’erano state dure battaglie anche da parte degli ambientalisti per preservare la zona.

Il Sindaco ha precisato che esistono almeno sei accordi di programma, con altrettanti privati, nei quali viene tutelato prima di tutto il verde pubblico e ha aggiunto più volte:
«Il tempo è galantuomo e dimostrerà la validità delle nostre scelte; questa è solo una base di partenza per far entrare in funzione le norme di tutela ambientale, poi ci potranno essere molte modifiche».

Quando è toccato intervenire al consigliere di minoranza Carlo Biggio ex Sindaco, sempre sulla zona della Laveria, sono volate parole grosse.

Biggio, solitamente pacato, ha esclamato:
«Lei, Sindaco, deve vergognarsi per quello che sta facendo».

Il primo cittadino ha replicato stizzito:
«Lei mi sta offendendo, non si permetta, mi deve chiedere scusa».

L’alterco è durato per parecchi minuti e, poi, è ritornata una relativa calma.

I consiglieri di minoranza, eccetto Gabriele Pomata (che si è astenuto), si sono espressi appoggiando le richieste dell’Udc. Ma la maggioranza, come era prevedibile, ha mostrato una grande compattezza, rigettando tutte le richieste dell’opposizione all’unanimità.

Il consigliere Sergio Rivano ha anche attaccato la giunta per la località Sperduti, dove dovrebbe sorgere un campo di golf.

Agostino Stefanelli ha precisato:
«Così fosse, ma qui si parla anche di altre strutture ricettive», parlando poi di «Piano urbanistico surreale».

Sabato, il primo cittadino dovrebbe presentare il Piano urbanistico ai cittadini presso la palestra dell’istituto tecnico Nautico. Ma proprio durante la seduta del Consiglio, è arrivato l’annuncio della contro assemblea popolare dell’opposizione targata Udc per spiegare le sue ragioni.

Si dovrebbe tenere nei prossimi giorni.

Mariano Froldi


Carloforte, venerdì 07 novembre 2003
 Carloforte sceglie il turista che dormirà su 3900 guanciali
Prevista dal Puc la costruzione di hotel per quasi quattromila posti letto
Il Piano urbanistico comunale approvato l’altro ieri traccia il futuro sviluppo dell’Isola
Carloforte L’hanno atteso trent’anni e approvato in tre ore.

Il primo incarico ai progettisti una decina di anni fa. Nel nuovo Piano urbanistico comunale c’è tutta l’incertezza dei carlofortini di fronte al turismo, sempre in bilico tra l’aprire agli ospiti o chiudersi a riccio. Già un primo progetto fu depositato nel 97, poi il sindaco Biggio si dimise e il Puc proseguì nel suo interminabile stop and go, sotto la spinta di una miriade di piccoli e grandi interessi familiari. D’altro canto, i carlofortini vivevano benissimo col loro vecchio piano di fabbricazione. E con alcune zone F compromesse, dove si costruiva senza lottizzazione, per concessione diretta. Situazione di privilegio, che ha creato tragici risultati: una miriade di casette tirate su, una stanza dopo l’altra, senza un disegno organico, senza urbanizzazione. Col Puc finiva la pacchia. Bisognava digerire l’idea di costruire rispettando una normativa. Perché complicarsi la vita?

Negli ultimi anni però, anche i carlofortini hanno iniziato a discutere di turismo e industria alberghiera. Forse perché si sono accorti che mezza Sardegna si arricchiva grazie all’industria delle vacanze e loro rischiavano di restare al palo, con 7 alberghi e 300 posti letto. Sono nati così gli indirizzi principali di questo Puc, redatto dagli urbanisti Tonino Fadda e Piero Del Rio: tutelare molto il territorio (sino all’87,5 per cento) e puntare soprattutto sul settore alberghiero; possibilità di costruire case per i figli dei residenti; no alle villette per chi viene da fuori.

ALBERGHI:
Alla stessa logica obbedisce la disposizione del Piano che consente agli imprenditori locali di raddoppiare la cubatura dei propri alberghi.
«Non meno importante - spiega l’ingegner Tonino Fadda - è l’aver introdotto nel piano il principio della qualità nelle strutture ricettive, per il turismo di livello ma anche per quello di tipo medio e dei servizi. In questa ottica rientra la scelta di aree da destinare al golf, (nella zona sud ovest dell’isola) tra La Caletta e il monte Gasbarro».

LUNGOMARE:
Col porto pescatori, la colmata prevista sulla sinistra e la zona riservata al diporto, lo splendido lungomare si è allungato. Il Piano si preoccupa di assicurare una sistemazione di tutto il fronte su standard di qualità compatibili col nucleo storico preesistente. Insomma, il tradizionale biglietto da visita di Carloforte non cambierà.

TUTELA DEL TERRITORIO:
«L’amministrazione comunale - dice l’ingegner Fadda - ha voluto che lavorassimo come se il Piano paesistico (annullato dal Tar ndr) fosse ancora in vigore. Questa scelta ha consentito un elevato livello di tutela del territorio».

VOLUMETRIE:
I tecnici hanno infatti previsto una volumetria alberghiera di 595.901 metri cubi, da spalmare in base alle caratteristiche del paesaggio, dell’ambiente, ecc. su sei "Unità paesistiche ambientali", individuate secondo i caratteri di omogeneità. Tra queste, nella n. 2 e 4, particolarmente ricche di risorse ambientali, non è stata prevista nessuna zona F (di insediamento turistico). Le aree interessate si estendono lungo la direttrice che va dal confine del paese a Capo Sandalo. Quindi la volumetria pianificabile ricadrà sulle zone 1 (a sud, già molto edificata), 3 (dal Comune verso le tonnare), 5 (La Caletta) e vicino all’abitato.
In una visione equilibrata degli insediamenti, il Puc prevede che le volumetrie sottratte alla costa siano trasferite intorno all’abitato (zona 6). Si tratta di altri 600 mila metri cubi, in parte destinati ad aree immediatamente a sud (Le Saline) e a nord dell’abitato, frazionate in tanti piccoli lotti, lunghi e stretti, frutto di infinite divisioni tra eredi avvenute nel tempo. Lì il Puc prevede già un progetto di insediamento, completo di strade e servizi, che pure i Carlofortini si dovranno abituare a rispettare, se e quando saranno redatti i piani attuativi e di lottizzazione.
L’ingegner Fadda sottolinea che «dei 50 milioni di metri quadri della superficie isolana, solo poco più del 10 per cento sono destinati a iniziative turistiche (5 milioni e 400 mila). Sui quali graveranno circa 600 mila metri cubi di nuovi insediamenti e 306 mila già esistenti (in tutto 985 mila). Questo significa che la parte preponderante del territorio è soggetta a tutela, secondo una scelta precisa dell’amministrazione».

ZONE AGRICOLE:
Gli indici saranno 001 e 003. Significa che per costruire una casa di 100 metri quadrati bisognerà disporre di lotti, rispettivamente di 1 o 3 ettari. Ammesse deroghe solo per le aziende agricole.

ZONA ARTIGIANALE:
Dovrebbe nascere nello stagno bonificato dei Pescetti, dove una precedente edizione del Puc aveva ipotizzato una pista di atterraggio di terzo livello. Questa amministrazione è stata di diverso avviso.

CENTRO STORICO:
Il Puc conferma l’attuale disciplina prevista dal Piano particolareggiato del centro storico, ma aggiunge alcune norme di salvaguardia.

ACCORDI DI PROGRAMMA:
Sono due.
Uno, a nord dell’abitato, riguarda vecchi fabbricati minerari: ex Laveria e Centrale. Come prevede la legge, il privato cederà alcuni immobili per complessivi 9000 metri cubi e un’area di 113 mila metri quadrati al Comune, che vi realizzerà “un complesso di servizi socio culturali e ricreativi”. In cambio, l’imprenditore potrà realizzare un albergo per un volume massimo di 12 mila metri cubi «che in pratica comprende - spiega l’ingegner Fadda - i 9000 metri cubi della Laveria e i 3000 della centrale». Una sorta di scambio alla pari.
Il secondo accordo tende invece a chiudere un vecchio contenzioso tra il Comune e un privato riguardante un esproprio. L’area interessata si trova vicino a La Caletta.

Il nuovo Puc dovrebbe abbracciare un arco di tempo di circa dieci anni. Per il 2012 i tecnici stimano un aumento della popolazione a quota 7763 mentre i posti letto alberghieri dovrebbero essere 3900, in hotel a tre o quattro stelle. Ma prima di diventare operativo, il Piano dovrà superare un complesso iter: nei prossimi giorni sarà pubblicato per consentire ai cittadini di formulare osservazioni che il Comune esaminerà. Quindi sarà sottoposto a una seconda delibera di approvazione definitiva e trasmesso al Comitato tecnico regionale urbanistico per la "delibera di coerenza" rispetto alle leggi urbanistiche regionali.

Lucio Salis


Carloforte, venerdì 07 novembre 2003
 «Cemento tra la macchia mediterranea»
L’opposizione non risparmia critiche allo strumento urbanistico appena approvato
Carloforte «Le fauci di cemento sull’isola».
Il giorno dopo l’approvazione, il nuovo Piano urbanistico viene dipinto così da Sergio Rivano, consigliere comunale d’opposizione e capogruppo dell’Udc in consiglio.

Tante le critiche. Fra le più forti, spiega Rivano:
«La nuova zona G per i servizi generali (grosso modo in località Sperduti), nei Piani territoriali (Ptp) era definita H, di tutela integrale visto che si tratta di macchia mediterranea. Ora è prevista la bellezza di 118 mila metri cubi. In passato gli ambientalisti si erano opposti duramente, dato che lì si voleva realizzare un compattatore per l’immondizia; ora non si sente nessuna protesta».

Ma le zone a tutela integrale (le H) aumentano, gli si fa notare:
«Sì, ma aumenta anche il cemento in zona C, nella parte sud occidentale, in tutto quasi un milione di metri cubi», ribatte.

Altra nota dolente, la zona a ridosso delle saline:
«Sono previsti 81 mila metri cubi; dovrebbero sorgere solo piccoli caseggiati per studiare l’avifauna, troppo poco per riempire tutto quello spazio», spiega Rivano.

La maggioranza vi ha spesso accusato di fare un’opposizione non costruttiva:
«Avremmo volentieri dato una mano, ma ci hanno sistematicamente escluso, facendo anche allusioni al passato», commenta Rivano che rivela «Io ero assessore nella precedente giunta, quella di Franco Granara che è caduta proprio sul Puc, ma ci siamo spaccati e andati via anziché far ingoiare alla gente qualcosa in cui non credevamo».

Altra critica?
«La zona D (località Pescetti), per l’artigianato dove prima era prevista una pista di atterraggio, che avrebbe potuto dare una grossa mano per i collegamenti, è stata invece cancellata» conclude Rivano.

Il suo collega di partito e consigliere Agostino Stefanelli esordisce invece con:
«un sincero apprezzamento per il tentativo di dotare Carloforte di un Puc».

Ma aggiunge subito dopo:
«la mia delusione nasce dal fatto che dal sindaco, al quale tutto si può contestare tranne un decisionismo di rottura, mi sarei aspettato un battito d’ali; invece ha volato basso».

E precisa:
«Gli aspetti positivi, come un certo rispetto per le coste e l’incentivazione per le strutture alberghiere vengono vanificati da una serie d’interventi di piccolo cabotaggio che se approvati sfregerebbero in modo violento l’aspetto di zone incontaminate».

Stefanelli è certo che:
«questo Puc presenta forzature di legge, come le ipotesi di zone B a concessione diretta che il decreto Floris vieta essendo Carloforte un comune di prima classe e non di terza come ipotizzato nel Puc. Non si spiegherebbe il fatto che in zone C di completamento abbiamo sempre edificato con indice di 1,5 metri cubi a metro quadro, indice che gli stessi progettisti ipotizzavano per il futuro, mentre per i Comuni di terza classe lo stesso indice è palesemente inferiore. La zona industriale e artigianale in località Pascetti e le cubature all’interno delle saline sono surreali - conclude - ma se è vero che la vita è un sogno, a nessuno è vietato sognare».

Mariano Froldi


Carloforte, lunedì 10 novembre 2003
 Incontro sul Puc nella palestra
Carloforte «Questo è l’inizio della legalità e la fine dell’anarchia».

Il sindaco ha definito così l’approvazione del Piano urbanistico comunale introducendo un’assemblea popolare nella palestra dell’Istituto tecnico nautico. L’incontro è stato organizzato dall’Amministrazione per illustrare lo strumento urbanistico approvato dal Consiglio comunale giovedì scorso.

Il primo cittadino ha fatto una sorta di introduzione generale con l’ausilio di immagini proiettate su un maxi schermo e, poi, ha lasciato la parola all’ingegnere Italo Meloni, presidente della Commissione comunale per il Puc.

Sono stati così riassunti i punti fondamentali di questo Piano urbanistico, come l’immediata entrata in vigore delle norme di salvaguardia dell’ambiente, l’aumento delle zone a tutela integrale (H), lo sviluppo della cittadina a nord e sud.

Tra i progetti a lunga scadenza presentati, quello di un ponte in legno che dovrebbe essere costruito vicino al Canale del generale, per scavalcare il più grande torrente dell’isola di San Pietro e la nascita di due circonvallazioni che dovrebbe garantire un migliore smaltimento del traffico lasciando libero il centro storico.

Mariano Froldi


Carloforte, mercoledì 12 novembre 2003
 Il segretario dell’Udc: no al Piano urbanistico
Carloforte «Il piano urbanistico è incongruente e lesivo per molti cittadini».

E ancora:
«Si sollecitano i cittadini ad una profonda riflessione e a presentare le dovute osservazioni per modificarlo».

Firmato: Giambattista Repetto, segretario della sezione Udc.Nella nota si riportano molte delle critiche che il consigliere comunale Sergio Rivano aveva espresso al momento dell'approvazione del Puc.

Sono 5 i punti incriminati:
La zona Cf della Laveria, nella quale, con l'accordo di programma (che, viene precisato, si dovrebbe fare prima e non dopo), i privati otterrebbero 12.000 metri cubi (circa metà esistenti e gli altri da costruire ex novo).

Al Comune resterebbero caseggiati industriali con ingenti risorse da spendere per la ristrutturazione. Il Puc individua due zone Br (di completamento), allo Stagnetto e allo Spalmadoreddu con indici di edificabilità che sarebbero non corretti.

In queste zone l’urbanizzazione sarebbe a completo carico del Comune, con vantaggio per pochi cittadini e «il vero business è il cambio di destinazione d’uso».

Ancora: se le aree Cf sono dichiarate di completamento urbano «non si capisce come la zona adiacente il canale dei muggini e il cimitero possa essere individuata come tale, visto che un chilometro di zona h (a tutela integrale) la interrompe».

Mariano Froldi


Carloforte, giovedì 20 novembre 2003
 Sul nuovo Puc assemblea dell’Udc
Carloforte Continuano le polemiche sul nuovo Piano urbanistico comunale approvato di recente dal Consiglio.

Sabato, a partire dalle 18, la sezione dell’Udc ha organizzato un’assemblea pubblica nella palestra dell’istituto tecnico Nautico. Verranno illustrati i motivi dell’opposizione al nuovo strumento urbanistico. È stata annunciata anche la partecipazione all’incontro di alcuni tecnici del settore urbanistico.

L’incontro pubblico era stato annunciato durante la seduta del Consiglio dal capogruppo dell’Udc, il consigliere di minoranza Sergio Rivano, e segue l’assemblea organizzata dal sindaco che l’8 novembre (sempre nella palestra del Nautico), ha convocato un’assemblea per spiegare ai cittadini il Puc.

Mariano Froldi


Carloforte, martedì 25 novembre 2003
 Piano urbanistico: assemblea
Carloforte «Questo piano urbanistico si dovrebbe chiamare poc, perché è stato fatto per pochi, e quasi nessun carlofortino potrà edificare».

E ancora:

«Ci sono numerosi errori, 118 mila metri cubi in località Gasparro-Canauti sono troppi, si rischia di rovinare una zona incontaminata».

Sono solo alcuni dei commenti, ma che danno l’idea dell’incontro che si è tenuto sabato scorso per discutere dello strumento urbanistico. L’assemblea popolare durata più di due ore e seguita da molti cittadini è stata indetta dall’Udc, partito che ha tre consiglieri di minoranza in Comune.

Ma hanno partecipato anche Ds, Rifondazione, e alcuni ingegneri.

Sergio Rivano, Agostino Stefanelli e Gianni Repetto dell’Udc, hanno, in particolare, riproposto i sei punti che avevano già presentato in consiglio comunale chiedendo la modifica del Piano urbanistico.

Mariano Froldi


Carloforte, martedì 9 dicembre 2003
 Consultazione del Puc
Carloforte Dopo l’approvazione da parte del Consiglio Comunale il nuovo Piano urbanistico è stato pubblicato.
È incominciata, così, la fase nella quale ogni cittadino potrà consultare le carte tematiche e fare le sue osservazioni.
Gli orari sono stati resi noti con manifesti fatti affiggere dal Comune: ogni martedì e giovedì, dalle 10 alle 12, presso la sala assessori (secondo piano del Municipio).
Per ogni delucidazione sarà presente anche l’assessore all’urbanistica Walter Conte.

Mariano Froldi


Carloforte, giovedì 20 maggio 2004
 Il Puc in Consiglio
Carloforte Piano urbanistico comunale alla stretta finale. Domenica mattina, a partire dalle 9, si riunisce il Consiglio comunale in seduta straordinaria con un unico argomento all’ordine del giorno, l’esame delle osservazioni e l’approvazione definitiva del Puc. È prevista una seduta fiume., visto che ci saranno da valutare oltre 130 osservazioni.

Mariano Froldi


Carloforte, martedì 25 maggio 2004
Accolte 61 osservazioni, si aspetta il via libera definitivo da parte della Regione
 «Il Puc allarga Carloforte - Un milione di metri cubi»
Dopo 30 anni il piano approvato in Consiglio in otto ore
Metà delle volumetrie destinata alle strutture turistiche
Carloforte I carlofortini l’hanno atteso per ben 30 anni, in mezzo a polemiche furibonde e anche qualche crisi comunale. In otto ore di seduta ininterrotta il Consiglio, riunito eccezionalmente di domenica, ha dato il là al famoso, o famigerato a seconda dei punti di vista, milione di metri cubi che sintetizzano il Piano urbanistico comunale. Salvo l’ultimo sospirato esame da parte della Regione (da sei mesi ad un anno), i carlofortini hanno ora un’idea di dove e come potranno costruire. Il milione di metri cubi di nuovi volumi sarà suddiviso grossomodo a metà tra lo sviluppo turistico e le zone adiacenti la cittadina. In pratica una striscia di terra a Nord di Carloforte (che sorge lungo la costa, al centro del versante orientale), un’altra a Sud. Invece verso le tonnare (località la Punta) e verso la Caletta, potranno sorgere i tanto auspicati, (vista la carenza di posti letto), alberghi.

La zona artigianale dovrebbe sorgere nello stagno bonificato dei Pescetti. Il cuore dell’isola, la sua parte settentrionale e le coste sono tutte a tutela integrale (le famose zone H): impossibile costruire. Secondo l’amministrazione è stato tutelato quasi il 90 per cento del territorio e sarebbe questa un po’ la filosofia di base del Piano urbanistico.

Sono state 125 le osservazioni valutate e votate dal Consiglio: ben 61 sono state accolte. Molte di queste perché erano stati fatti degli errori nei confini fra le aree in cui è ripartito il piano. Le maggiori richieste di modifica dei cittadini hanno riguardato il cambiamento della classificazione dei loro terreni da zona H (a tutela integrale) a E (che significa zona agricola); questo per consentire una, seppur parziale, edificazione. Punto critico, che ha occupato il Consiglio per più di un’ora, la lottizzazione presentata da Stefano Migliavacca, legale rappresentante dell’Imag srl, che possiede 200 ettari in località Nuargi, di un certo valore paesaggistico e ambientale. Migliavacca proponeva il seguente accordo di programma: cedere il 50 per cento di quella superficie al Comune, (con la possibilità di realizzare un parco naturalistico), in cambio del via libera alla costruzione di strutture ricettive (con indice 0,16 delle zone F) nel restante 50 per cento. L’Amministrazione, con l’assessore all’urbanistica Walter Conte ha proposto al Consiglio, invece, la riduzione ad un sesto dell’indice con molte altre limitazioni per l’utilizzo del territorio. In pratica solo il 20 per cento di quei 200 ettari avrebbe ospitato alberghi e ristoranti, contro una superficie quasi doppia chiesta dai privati. Dopo una lunga riunione a porte chiuse, non sono state accettate le richieste dell’Imag e il Consiglio si è riservato di valutare, successivamente, un nuovo accordo di programma che, in ogni caso, tenda a ridurre in modo deciso le richieste del privato.

Le ultime osservazioni esaminate sono state quelle presentate dal Gruppo di intervento giuridico e da alcuni partiti, tra cui i Ds. Il Consiglio le ha bocciate e, per non mettere in difficoltà il suo partito il consigliere Ds Pierpaolo Porcedda si è astenuto. È stata rigettata anche l’osservazione dell’Udc, che ha tre consiglieri di minoranza in Consiglio. I suoi rappresentanti hanno ribadito, l’incoerenza dello strumento urbanistico con le normative regionali e il cambiamento degli indici di edificabilità.

Mariano Froldi


Carloforte, martedì 25 maggio 2004
 Approvazione nuovo Puc

Carloforte Dopo tre decenni di tentativi mai portati a termine, da domenica sera Carloforte ha un nuovo piano regolatore generale, meglio noto come Puc, approvato in una seduta fiume dal consiglio comunale convocato in sessione straordinaria.

Anche la durata del dibattito è stata eccezionale, ben 9 ore quasi ininterrotte per discutere le 125 osservazioni presentate al piano, adottato con una prima seduta consiliare il 6 novembre scorso. Metà sono state accolte, tra quelle respinte anche la possibilità di edificare un grande albergo. Ora il piano passa alla commissione regionale preposta a fornire un giudizio di coerenza tecnica, rinviandolo al consiglio o convalidandolo. Le richieste sono state presentate da privati, società, partiti e associazioni, ognuno con un’obiezione da fare, una proposta di modifica, su un confine come su una tipologia territoriale o un indirizzo di massima da riprendere in considerazione. Si inizia poco dopo le 9 del mattino, col rischio del mancato numero legale necessario all’approvazione a causa dell’assenza di alcuni consiglieri.

Nella discussione, alcuni membri del consiglio (tra cui il sindaco) si astengono dal votare quei punti dove hanno interessi privati in merito. Nel citare alcune proposte, l’opposizione Udc ha posto un problema di “doppia conformità”, sulla valutazione di pratiche vecchie con le nuove regole del Puc o con le precedenti; replica , rimarcando che i progetti arretrati verranno valutati con la normativa di allora, mettendo in luce la scarsa efficienza dell’area tecnica e del suo responsabile, per i ritardi nell’istruire e firmare le pratiche, alcune in attesa di risposta da anni.

Molte richieste riguardano casi limite, con terreni confinanti o divisi tra zone H (a massima tutela) e altre edificabili (agricole, turistiche, di completamento ed espansione residenziale), ripartizioni dovute ad errori grafici di “digitalizzazione” dei vari comparti sulle carte: accolte le proposte che presentavano terreni omogenei (per morfologia e attività rurali), respinte le altre.

Accolta anche la possibilità di edificare un servizio igienico esterno in case di campagna, molto sentita dai carlofortini, fino a 6 metri quadri. Bocciate, invece, alcune proposte di cambiamento area (da H ad E, agricola) per costruire agriturismi e simili, perché in contrasto con gli indirizzi dell'attuale giunta al piano in quelle zone (preferendo la tutela paesaggistica). Questa motivazione è stata alla base dell’osservazione maggiormente discussa, presentata dall’Imag Srl a nome dell’amministratore unico Migliavacca, proprietaria di 200 ettari in località Nuorgi, un luogo ancora selvaggio al centro dell’isola. La società ha proposto al Comune la cessione di 100 ettari in cambio di un indice di fabbricazione aumentato a 0.16, che consentirebbe un insediamento alberghiero da 500 posti letto, mentre attualmente si potrebbero costruire 13 mila metri cubi, al massimo un albergo da 120 posti.

Dopo una sospensione e il parere di tutti i consiglieri, si è deciso di cassare la proposta, rimandando la decisione a un futuro accordo di programma da definire. Infine, respinte le osservazioni dei gruppi ambientalisti, dell’Udc e dei Ds, queste ultime oggetto di un imbarazzante scambio di vedute tra il sindaco e il consigliere Porcedda (che si astiene dal voto), sull’appoggio o meno del partito alla giunta in carica.

Simone Repetto


Carloforte, mercoledì 15 settembre 2004
Nuovi volumi per un milione di metri cubi
 Via libera al Puc, si sbloccano le coste

Carloforte Il Piano urbanistico di Carloforte, atteso da oltre 30 anni, è stato approvato definitivamente dalla Regione e sarà immediatamente esecutivo. La notizia che arriva dagli ambienti regionali, non è stata ancora confermata ufficialmente. Ma in via ufficiosa si è potuto apprendere che non solo il Piano urbanistico elaborato a tempo di record dall’attuale amministrazione ha avuto il via libera in neanche quattro mesi, ma che sarebbe anche immediatamente esecutivo, visto che, nella stesura dello strumento urbanistico, il Comune aveva rinunciato ad oltre il 50 per cento delle volumetrie potenzialmente disponibili. In pratica, proprio per questo motivo, non subirebbe i vincoli imposti dal decreto salvacoste varato dal presidente della Regione Renato Soru e potrebbe entrare già in vigore subito dopo la pubblicazione sul Buras.

Una notizia importante, che rappresenta un successo per il Comune carlofortino. Tuttavia, il primo cittadino non si sbilancia e, alla richiesta di un a conferma (il Puc è stato approvato oppure no?), risponde cauto: «Per ora sono solo voci ufficiose e non confermate, attendiamo la determina regionale per saperne di più».

Sulla stessa linea anche il vice sindaco di Carloforte che aggiunge: «Non c’è ancora niente di ufficiale». Ma si capisce che la notizia con il sì della Regione è già arrivata in Municipio e dovrebbe essere solo questione di ore la rottura del riserbo da parte del primo cittadino.

Per riassumere le prescrizioni del nuovo Piano urbanistico, si possono ricordare alcuni dati significativi. Ad esempio la previsione di un milione di metri cubi di nuove volumetrie, suddivise grossomodo tra lo sviluppo turistico (il 50 per cento) e le zone attorno alla cittadina. In pratica una striscia di terra a Nord di Carloforte (lungo la costa, al centro del versante orientale), un altra a Sud.

Invece verso le tonnare (località la Punta), e verso la Caletta, potranno sorgere i tanto auspicati, (vista la carenza di posti letto) alberghi. La zona artigianale dovrebbe sorgere nello stagno bonificato dei Pescetti. Il cuore dell’isola, la sua parte settentrionale e le coste saranno a tutela integrale (le famose zone H): sarà impossibile costruire. Secondo l’amministrazione è stato tutelato quasi il 90 per cento del territorio, un po’ la filosofia di base di questo Piano urbanistico.

Nel passaggio finale del Puc in Consiglio comunale erano state ben 125 le osservazioni valutate e votate; ben 61 era state accolte. Molte di queste perché erano stati fatti degli errori nei confini fra le aree in cui è ripartito il Piano. Le maggiori richieste di modifica dei cittadini hanno riguardato il cambiamento della classificazione dei loro terreni da zona H (a tutela integrale) a E (che significa zona agricola), in maniera da consentire una, seppur parziale, possibilità di edificare. Il Piano urbanistico era stato approvato in prima battuta durante la seduta del Consiglio comunale del 6 novembre dell’anno scorso. Era stato poi necessario attendere i sei mesi previsti dalla legge per la presentazione delle le osservazioni dei cittadini. In quel frattempo si era sviluppata una forte polemica fra maggioranza e consiglieri dell’opposizione dell’Udc, con tanto di assemblee popolari contrapposte. Lo strumento urbanistico era stato quindi approvato definitivamente il 23 maggio, in una seduta comunale durata oltre otto ore. Adesso la ratifica definitiva da parte della Regione alla quale seguirà la pubblicazione sul Buras. Soltanto a quel punto (ma si tratta di una pura formalità) lo strumento urbanistico potrà essere applicato.

Mariano Froldi


Carloforte, giovedì 16 settembre 2004
Manca ancora la comunicazione ufficiale
 La Regione dà l'OK al piano urbanistico comunale

Carloforte Dopo decenni d’attesa, Carloforte dovrebbe finalmente avere il nuovo piano regolatore comunale.

Infatti, recenti indiscrezioni confermano, in via ufficiosa, l’approvazione del Puc, avvenuta in settimana, ad opera del comitato tecnico regionale, competente ad analizzare i piani urbanistici proposti dai Comuni, dando un giudizio non di merito, ma semplicemente tecnico, affinché le indicazioni contenute nel piano siano conformi alle normative attualmente in vigore.

Nell’ipotesi che l’organo tecnico regionale rilevasse incongruenze o lacune, dovrebbe rimandare al Comune le carte, affinché provveda a modificare le osservazioni riscontrate, ripassando due volte per il consiglio, seguendo cioè l’iter preliminare di adozione e approvazione comunale. Sempre secondo indiscrezioni, pare che il piano sia passato all’unanimità in Regione, mettendo d’accordo i vari schieramenti politici, avendo ottenuto anche il parere positivo, previsto dalla procedura, dell’assessore all’urbanistica Gian Valerio Sanna e del presidente della giunta Renato Soru.

Praticamente, l’iter burocratico dovrebbe essersi concluso, attendendo solamente la pubblicazione dell’avvenuta approvazione definitiva sul Buras per l’ufficialità. In merito, negli uffici municipali di via Garibaldi c’è gran fibrillazione e cautela, con i vertici amministrativi che non si sbilanciano, né emettono dichiarazioni formali di esultanza, attendendo con trepidazione l’attesa comunicazione dalla Regione, che attesti l’idoneità del piano. Si concluderebbe così una vicenda intricata in tempi relativamente brevi, con tale piano abbozzato da oltre dieci anni, elaborato e rivisto da diverse giunte, che non riuscirono tuttavia a trovare l’accordo finale.

Simone Repetto


Carloforte, venerdì 24 settembre 2004
Poche ville, molti alberghi e servizi
 Puc, tramonta il regno del cemento sul mare
Carloforte Nella mappa su carta patinata diffusa in duemila copie il colore dominante è il verde bottiglia. La legenda non lascia dubbi: zona verde di tutela paesistico ambientale. È il vincolo assoluto, l’antitesi del mattone che sta per gravare su oltre l’ottanta per cento dell’isola di San Pietro. Merito (o colpa) del Puc. Il Piano urbanistico si è infatti trasformato in una sorta di grande ombrello contro le colate di cemento. Qualcuno dice che sarà una mannaia, altri che sarà una manna. Ma è tardi per recriminare. Il Puc è stato approvato. Il via libera definitivo (ancorché ufficioso) della Regione è di qualche giorno fa. Fra qualche settimana il sindaco  potrà proclamarlo ai suoi 6.600 concittadini. Lo accoglierà un caloroso applauso o una salva di fischi?

Lui, il sindaco imprenditore dal piglio decisionista, annuncia «la fine dell’anarchia», il tramonto di un sistema «basato sul potere discrezionale degli amministratori». Il Sindaco è caustico: «Abbiamo smantellato il regno dei baroni e dei marchesi del cemento». Il suo Puc ristabilirà «la legalità tutelando l’ambiente».

Garantista, coerente con la linea Soru («l’abbiamo anticipata») quello di Carloforte è un Puc con volumi ridotti: 900 mila metri cubi nell’area urbana, vale a dire attorno e dentro il paese ripartiti tra Il Giunco, Macchione e Spalmatore. Potevano essere il doppio. Volumi da destinare per il 70 per cento ai servizi e per il resto alle abitazioni. Lungo la costa, cemento a piccole dosi. Le zone «F» di sviluppo turistico partono dal Giunco e non si spingono oltre La Caletta; 420 mila metri cubi in tutto, la metà della disponibilità. Indici ridotti (0,16 per cento) che significa non più di 1.600 metri cubi (500 metri quadrati) a ettaro. E, anche in questo caso 70 per cento alberghi e quello che rimane in ville. Tutto il resto della costa sotto vincolo: vietato tutto, anche estirpare un cespuglio.

Insomma d’ora in avanti farsi la villa al mare sarà un’impresa quasi impossibile. Ma non è questo che preoccupa il Sindaco di Carloforte e la sua amministrazione: «Ci interessa costruire alberghi e non case». Il sindaco spiega, poi, che Carloforte, con 50 mila presenze e appena 380 posti letto è un’anomalia. Occorrono alberghi. «Almeno altri duemila posti e tanti servizi per destagionalizzare il turismo». Modello isola delle vacanze, turisti tutto l’anno. In questa chiave va letta anche la decisione di ricavare una grande zona «G» per realizzare un campo da golf proprio davanti alla spiaggia della Caletta.

Un Puc anche contrastato. «Attentati, lettere anonime, ricorsi, intimidazioni: abbiamo dovuto subire di tutto», racconta il Sindaco. Ma chi erano i nemici del Puc? «Un gruppetto di 30-40 persone che gestiva l’isola in maniera feudale».

La prova di questo andazzo? L’abusivismo diffuso. La giunta ha deciso una ricognizione su quello che è accaduto da 1994 al 2004. I primi dati svelano l’incredibile: «Salteranno fuori almeno mille abusi», prevede il Sindaco.

Ovviamente, non tutti concordano con le scelte. Salvatore Rivano, ingegnere e segretario dei Ds carlofortini aveva appoggiato la lista del Sindaco salvo prenderne le distanze qualche mese dopo. Ebbene riconosce «l’utilità di un Puc» ma ne denuncia i limiti: «Molto utile laddove incrementa le zone di rispetto ma difficile da attuare nelle zone di espansione dove regna una grande confusione urbanistica».

Quanto agli alberghi Rivano sottolinea come il piano delle zone «F» esista dal 1980 «ma non ci sono stati imprenditori disposti a investire forse perché i costi per urbanizzare quelle aree sono esorbitanti». Altra critica: «Hanno fatto una scelta che inciderà sul territorio senza una consultazione capillare tra i cittadini e le forze sociali».

Nìcolo dal suo rinomato ristorante sul Lungomare condivide in qualche modo la filosofia dall’amministrazione: «Non siamo attrezzati per il turismo». Vede di buon occhio, quindi, la scelta di favorire la nascita di alberghi ma, precisa, «a patto che si incentivi l’imprenditoria esterna perché il carlofortino ha poca propensione a investire».

Torniamo al Puc. Il Sindaco chiede due anni «per vedere i risultati», e scoprire se avrà funzionato il suo modello di isola con poco cemento, molti turisti e nessun barone.

Sandro Mantega


Carloforte, venerdì 24 settembre 2004
Durante il lungo iter anche una crisi comunale
 Quindici anni per varare il piano
Carloforte Per capire il Puc, acronimo di piano urbanistico comunale, bisogna gioco forza rifarsi ai numeri:

L’isola di San Pietro ha una superficie che si estende per oltre 5000 ettari, 50 milioni di metri quadrati che per poco più del dieci per cento (5 milioni e 400 mila metri cubi), sono destinati ad iniziative turistiche.

Le volumetrie sottratte alla costa, circondata dalle zone h a tutela integrala, vengono trasferite intorno all’abitato. Si tratta di circa 600mila metri cubi residenziali ripartiti a sud (le Saline) e a nord dell’abitato.

Le volumetrie previste per gli alberghi sono invece di 595 mila metri cubi, spalmati in sei unità paesistiche ambientali.

Attualmente sono disponibili sull’isola di San Pietro circa 300 posti letto, che con il nuovo strumento urbanistico potrebbero decuplicarsi. Gli indici di costruzione delle zone agricole sono 0,01 e 0,03. In pratica, per costruire una casa di 100 metri quadrati, bisognerà disporre di lotti di 1 o 3 ettari. Lo studio per un nuovo piano urbanistico parte nei primi anni 90 del secolo scorso, quando il sindaco Agostino Stefanelli incarica un pool di progettisti.

Un primo progetto fu presentato nel 1997 ma il sindaco Carlo Biggio si dimise e non se ne fece più nulla.

La giunta di Franco Granara cadde nel 2000 proprio sui veti incrociati della maggioranza di centro destra legati al piano urbanistico.

Tutto molto più semplice per la giunta comunale, anche se non sono mancate critiche e correzioni. Per il passaggio finale del Puc nel consiglio comunale di fine maggio sono state 125 le osservazioni valutate e votate: ben 61 accettate. Le maggiori richieste di modifica dei cittadini hanno riguardato il cambiamento della classificazione dei loro terreni da zona H (a tutela integrale) a E (che significa zona agricola), che permettono una, seppur parziale, edificazione.

Mariano Froldi


Carloforte, martedì 23 novembre 2004
La pubblicazione sul Buras è stata bloccata in attesa di chiarimenti
 Nuovo Puc: ultimi ritocchi prima del varo
Chiesto lo studio idrogeologico per Pescetti - Vanno indicate le aree archeologiche
Carloforte Il Piano urbanistico comunale, atteso da oltre trent'anni, è stato approvato da metà settembre, ma non è ancora stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione.

È come dire che in un gran premio il vincitore ha tagliato il traguardo ma la vittoria non è stata ancora annunciata. Fuor di metafora la Regione sta ancora aspettando delle precisazioni chieste con la determina che dava il via libera definitivo al nuovo strumento urbanistico e alle quali è stata subordinata la pubblicazione.

Carte alla mano, il Puc di Carloforte è stato approvato il 14 settembre dal Comitato tecnico regionale all'unanimità. L'inghippo, se così si può dire, nasce da alcune precisazioni chieste il 23 settembre.

Si parte dallo stagno dei "Pescetti" bonificato da decenni, e che dovrà ospitare la zona artigianale; la Regione chiede una relazione idro-geologica. Il Comune l'ha preparata nei mesi scorsi. Poi, bisogna eliminare dalle carte della dicitura "Ptp 14", perché i Piani territoriali paesistici sono stati cassati dal Consiglio di Stato e quindi decaduti. Il Comune deve anche indicare sulle cartine le nuove aree sottoposte a vincolo archeologico in conformità di quanto a suo tempo è stato comunicato alla Soprintendenza di Cagliari. Poi, nella zona "C" c'è stato un errore nella trascrizione del regolamento. Infine, il Comitato tecnico regionale ha chiesto che il Bricco Patella, dove si trova una cava inattiva e che ora cade in zona "H" (a tutela integrale), sia indicato come zona industriale sino a quando l'area non sarà completamente bonificata.

Tutte queste precisazioni dovranno essere tradotte con planimetrie e cartine aggiornate che il Comune sta finendo di preparare. Qual sarà, poi, l'iter? Lo indica proprio la determina regionale. Il Comune, dovrà approvare queste richieste del Comitato tecnico con un apposita delibera consiliare, consiglio che dovrebbe svolgersi proprio tra qualche giorno. Subito dopo, il Piano urbanistico sarà finalmente pubblicato sul Bollettino ufficiale.

Per capire il nuovo Puc è necessario ricorrere ai numeri.

L'isola di San Pietro ha una superficie che si estende per oltre 5.000 ettari, 50 milioni di metri quadrati che per poco più del dieci per cento (5 milioni e 400 mila metri cubi), sono destinati ad iniziative turistiche.

Le volumetrie sottratte alla costa, circondata dalle zone H a tutela integrale, vengono trasferite intorno all'abitato. Si tratta di circa 600 mila metri cubi residenziali ripartiti a Sud (le Saline) e a Nord dell'abitato.

Le volumetrie previste per gli alberghi sono invece di 595 mila metri cubi, spalmati in sei unità paesistiche ambientali. Attualmente sono disponibili sull'isola di San Pietro circa 300 posti letto, che con il nuovo strumento urbanistico potrebbero decuplicarsi.

Lo studio per un nuovo piano urbanistico parte nei primi anni '90, quando il sindaco Agostino Stefanelli incaricò un pool di progettisti. Un primo progetto fu presentato nel 1997 ma il sindaco Carlo Biggio si dimise e non se ne fece più nulla. La giunta di Franco Granara cadde nel 2000 proprio sui veti incrociati legati al Piano urbanistico. La giunta comunale l'ha, invece, approvato durante una seduta consiliare fiume, durata otto ore, a fine maggio.

Mariano Froldi


Carloforte, giovedì 30 dicembre 2004
 
 Ultime modifiche e chiarimenti: il Puc alla Regione per la pubblicazione
 
Carloforte Il Consiglio ha risposto alle richieste di precisazione avanzate dalla Regione prima di procedere alla pubblicazione del Piano urbanistico comunale sul Bollettino ufficiale.

Il via libera dell'assemblea è arrivato martedì nel corso di una seduta straordinaria e dopo una discussione serrata con la minoranza Udc. La riunione, andata avanti per oltre tre ore è stata sospesa, con l'accordo di maggioranza ed opposizione, dopo la presentazione dell'ultimo, importante punto all'ordine del giorno, vale a dire il nuovo sistema di gestione della raccolta differenziata dei rifiuti. Il consiglio è stato aggiornato a questo pomeriggio.

Le precisazioni richieste dagli uffici regionali sugli indirizzi contenuti nel Puc carlofortino, (dopo l'approvazione del Comitato tecnico) riguardavano lo stagno dei "Pescetti" bonificato da decenni. Siccome dovrà ospitare la zona artigianale la Regione aveva chiesto una relazione idro-geologica.

Inoltre è stato chiesto ai progettisti di eliminare dalle carte la dicitura "Ptp 14", perché i Piani territoriali paesistici sono decaduti. Il Comune doveva anche indicare le nuove aree sottoposte a vincolo archeologico in conformità di quanto comunicato alla Soprintendenza di Cagliari.

Ancora, per quanto riguarda le zone "C" di espansione e edilizia c'era stato un errore nella trascrizione del regolamento. Infine, il "bricco Patella", dove si trova una cava inattiva che era stata classificata nel nuovo Puc zona "H" (a tutela integrale), deve essere classificata, invece, come zona industriale sino a quando l'area non sarà completamente bonificata.

Chiarimenti e variazioni dovranno essere corredate da planimetrie e cartine aggiornate che il Comune ha preparato e presentato al Consiglio.

Questo pomeriggio, dunque, si svolgerà l'ultima parte della sessione consiliare, che servirà per discutere del nuovo sistema di raccolta differenziata dei rifiuti.

Mariano Froldi


Carloforte, venerdì 04 marzo 2005
Carloforte. Una falsa partenza e, ora, il sì della Regione
 Dopo 30 anni decolla il Puc da un milione di metri cubi
 
Carloforte Ora è veramente fatta. Dopo trent'anni e una falsa partenza il nuovo Piano urbanistico di Carloforte è al decollo. Da Cagliari è arrivato il via libera definitivo e, ora, manca solo la pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione perché diventi, a tutti gli effetti, "operativo".

Dopo circa 30 anni, conditi da polemiche al calor bianco e qualche amministrazione comunale colata a picco il nuovo Puc, lo strumento che stabilisce dove e come si potrà d'ora in poi costruire sull'isola di San Pietro, è legge.
La giunta comunale è riuscita a vararlo in neanche tre anni.

La notizia è arrivata ieri mattina in Municipio, con una determina con la quale il Comitato tecnico regionale per l'urbanistica ha dato parere favorevole.
Il provvedimento risale alla fine di gennaio.

Ovviamente soddisfatto il commento del primo cittadino:
«I fatti sono fatti, e le chiacchiere se le porta via il vento, inutile dire che questo era uno dei nostri obiettivi più importanti e che, quindi, siamo tutti soddisfatti».

Dal canto suo, Walter Conte assessore all'Urbanistica, uno dei padri dello strumento urbanistico appena approvato, aggiunge:
«Era nei nostri auspici un iter così rapido, ma pensavamo ci volesse più tempo; dopo decenni siamo riusciti ad avere finalmente un nuovo Piano; tra l'altro essendo stato varato prima del decreto salva coste mette al riparo la nostra isola dei rigidi vincoli imposti dalla Regione».

Un aspetto che gli amministratori tengono a sottolineare perché, come spiega l'assessore Conte «non poter costruire a 500 metri dalla costa sarebbe stato un colpo molto forte alla nostra economia».

L'approvazione del Puc è stata rapida nonostante un intoppo, nei mesi scorsi.
I tecnici regionali avevano chiesto, prima del "sì" definitivo, diversi chiarimenti. Si trattava di eliminare alcune diciture dalle cartine presentate alla Regione, di porre rimedio ad errori di trascrizione nel regolamento e di indicare le nuove aree sottoposte a vincolo archeologico.
Era stato anche chiesto che il "Bricco Patella", dove si trova una cava inattiva e che ora cade in zona H (a tutela integrale), fosse classificato come zona industriale sino a quando l'area non fosse stata completamente bonificata.
Tutte queste precisazioni, "tradotte" con planimetrie e cartine aggiornate erano state votate dal Consiglio comunale di fine dicembre e poi inviate in Regione.

Per illustrare il Puc è inevitabile il ricorso ai numeri.

L'isola di San Pietro ha una superficie che si estende per oltre cinquemila ettari, 50 milioni di metri quadrati che per poco più del dieci per cento (5 milioni e 400 mila metri quadrati), sono destinati ad iniziative turistiche. Le volumetrie sottratte alla costa, circondata dalle zone "h" a tutela integrale, vengono trasferite intorno all'abitato.
Si tratta di circa 600 mila metri cubi residenziali ripartiti a Sud (Le Saline) e a Nord dell'abitato.
Le volumetrie previste per gli alberghi sono invece di 595 mila metri cubi, spalmati in sei unità paesistiche ambientali.
Attualmente sono disponibili sull'isola di San Pietro circa 300 posti letto, che con il nuovo strumento urbanistico potrebbero decuplicarsi.

Dunque, questione di giorni e il Puc entrerà in vigore. Ma, a detta degli amministratori comunali, quello che sta per vedere la luce non sarà un Piano "blindato".
«Sarà uno strumento flessibile al quale, a seconda delle esigenze della popolazione potremo apportare della modifiche - ha spiegato Walter Conte - ed alcune saranno già votate nella prossima riunione del Consiglio».

Mariano Froldi


 

Leggete quanto pubblicato su "L'Unione Sarda" del 07.11.2003

Carloforte Puc

Leggete quanto pubblicato su "L'Unione Sarda" del 08.11.2003

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Leggete quanto pubblicato su "L'Unione Sarda" del 25.05.2004 Carloforte Puc
Leggete quanto pubblicato su "L'Unione Sarda" del 15.09.2004 Carloforte Puc
Leggete quanto pubblicato su "L'Unione Sarda" del 24.09.2004 Carloforte Puc
Leggete quanto pubblicato su "L'Unione Sarda" del 23.11.2004 Carloforte Puc
Leggete quanto pubblicato su "L'Unione Sarda" del 30.12.2004 Carloforte Puc
Leggete quanto pubblicato su "L'Unione Sarda" del 04.03.2005 Carloforte Puc

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